Coronavirus e paura della "peste": no agli allarmismi, contano i risultati

La grande paura avvolge il Pianeta. Mentre i Governi chiudono le frontiere, tagliano i voli con la Cina, pongono decine di persone in quarantena, volano le fake news (false notizie) nella prima epidemia al tempo dei social. Tanto che non è chiaro quanto questi ultimi abbiano influenzato le nazioni nell’innalzare l’allerta globale. La democrazia, si sa, ha bisogno di consenso. Ecco allora che cavalcare il terrore della pestilenza può generare consenso e togliere ossigeno alla propaganda populista. Fatto sta che le misure messe in campo per arginare il coronavirus sembrano funzionare, almeno in Europa. Il nostro Paese, al di là delle considerazioni fatte, si è mosso con tempestività sulla scia delle decisioni prese dall’Organizzazione mondiale della sanità. Per alcuni, i provvedimenti assunti sono sembrati eccessivi. In ogni caso, possiamo dire che la situazione è sotto controllo e non bisogna abbandonarsi a reazioni emotive e irrazionali che fanno più danni della stessa epidemia. Per grazia di Dio viviamo in un Paese tra i migliori al mondo sul piano dell’assistenza sanitaria. Inoltre, siamo ai primi posti nella ricerca farmaceutica e siamo stati in grado di isolare il virus allo Spallanzani di Roma, il primo passo per realizzare il vaccino. Insomma, nessun allarmismo, ma senza abbassare la guardia.