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venerdì 11 ottobre 2024
 

Cosa significa essere puri di cuore?

Nel Vangelo secondo Matteo, al capitolo cinque troviamo il famoso Discorso della montagna, dove ci sono le Beatitudini, ovvero la Magna Carta del cristianesimo. Ce n'è una in particolare sulla quale vorrei soffermarmi: “Beati i puri di cuore”. Il testo originale in greco parla di una purezza legata allo spirito. “Beati i poveri in spirito” e “Beati i puri di cuore” sono tra loro correlate, guardando all’integrità della persona. Troppo spesso la purezza del cuore si riduce ad altro. Questa purezza non è solo morale, ma è una purezza che va oltre, va a identificare il cuore puro con la vita intera della persona in ogni suo aspetto e dimensione. Non significa solo “non fare pensieri impuri” o “non pensare alla sessualità in un modo disordinato” o sbagliato. È molto di più. Anche la parola “cuore”, nell’originale “leb” in ebraico significa ben altro: il “cuore” citato da Gesù è contemporaneamente il cuore come organo, il cuore come sede dei sentimenti, il cuore come luogo intimo delle proprie decisioni, della propria coscienza come giudizio morale, fulcro dell’essere, è il punto cardine di tutta la persona (corpo, anima e mente). La parola leb-cuore è intraducibile in italiano, però il Vangelo ci ricorda che è anche la sede dove noi mettiamo i nostri tesori, “là dove il tuo cuore è il tuo tesoro” ed è anche la sede dove prendiamo le decisioni in più importanti e che è “dal cuore che nascono” le cose buone o cattive, dal di dentro… E dunque il la parola purezza estesa alla totalità della persona e la parola cuore così intesa ci spiegano cosa significhi esistenzialmente essere puri di cuore: ovvero essere capaci di guardare e amare come guarda Dio, il nostro modo di guardare, sentire e concretamente amare gli altri.

 

Dentro questo capitolo il Vangelo ci dà poi tantissime altre indicazioni importanti. Dopo le Beatitudini troviamo tre riletture della Legge, cercando di dire che va riletta andando al cuore di ciò che vuole trasmettere. In particolare Gesù afferma: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge, ma a darne compimento”. Gesù parla di una “pienezza” o “compimento” della Legge. Dunque dobbiamo prestare attenzione. Gesù può sembrare un rivoluzionario che trasgredisce alcuni precetti e basta, invece, quando lo fa è solo perché quei precetti nascono per realizzare e custodire un valore che deve essere in qualche modo incarnato. E a volte capita che quel valore va preservato trasgredendo il precetto che ha come unica finalità il valore in sé. Ad esempio: il precetto del sabato come sacro, giorno in cui non si deve fare nulla, custodisce un valore importante, ma se ci si trova dinnanzi ad una persona malata, bisognosa, in fin di vita, dinnanzi a questa contingenza concreta il valore primario è la vita: salvare e guarire quella persona! Ecco perché – nella gerarchia dei valori – Gesù trasgredisce il sabato operando un miracolo. Ma quest’azione specifica non deve diventare un pretesto per non essere fedeli alle “leggi” e “norme” quando esse. Realmente ci aiutano a custodire i valori per cui esistono.

 

Ogni norma è storicamente data e in tale storicità va interpretata per essere incarnata, mentre il valore è valore in se stesso al di là del tempo. Non possiamo allora leggere il comportamento di Gesù come un pretesto per non essere attenti ai piccoli precetti della vita. Ecco perché, sempre nel capitolo cinque al versetto 21, poi, troviamo reinterpretata la Legge da Gesù che dice: “Avete inteso che fu detto Non uccidere, ma io vi dico ben di più tutte le volte che vi adirate con il fratello”. E non solo, ma se dite a uno che è pazzo, stupido, fate qualcosa di grave. Possiamo “uccidere” le persone anche con le parole, con il giudizio. Possiamo uccidere in tanti modi.

 

E così prosegue: “Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio. Ma io vi dico…” un di più, ovvero che se desideri nel tuo cuore in modo malizioso, l'altro, una donna, un uomo, in modo strumentale, commetti già adulterio. E sempre andando al cuore della Legge e delle intenzioni che qualificano le nostre azioni, ci porta a capire il vero significato della beatitudine sulla purezza del cuore. “E dunque avete inteso che fu detto Non spergiurare, non giurare. Ecco, io vi dico il vostro parlare sia sì, sì, no, no. Tutto il resto viene dal maligno”. Ecco cosa significa essere puri di cuore: orientarci con un sì in ogni attimo presente per il bene, sempre.


12 febbraio 2023

 
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