Caro don Stefano, qualche giorno fa l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato chiusa l’emergenza relativa alla pandemia da Covid 19. Giornali e Tv hanno giustamente sottolineato l’importanza e l’efficacia dei vaccini somministrati a buona parte della popolazione.
Concordo con queste affermazioni ma, a mio avviso, da credenti, non possiamo non vedere dietro questa conclusione l’intervento di Dio Padre in risposta alle tante preghiere innalzate, prima fra tutte quella solenne di papa Francesco.
A mio parere, con troppa facilità abbiamo dimenticato le previsioni degli scienziati di tutto il mondo che, all’inizio della pandemia, hanno parlato di tempi lunghissimi necessari per l’ottenimento di un vaccino. È vero, c’è stato uno sforzo collettivo mondiale, ma perché non pensare a un intervento del Padre che, con il suo amore infinito, ha illuminato la mente dei ricercatori?
Bene aver indetto una giornata in cui ricordare le vittime della pandemia, ma perché non pensare anche a una giornata di ringraziamento? Abbiamo dimenticato che in passato tante chiese e basiliche sono state costruite come gesto di ringraziamento per la fine della peste o di epidemie?
Franco Dubbini
Caro Franco, colgo la tua idea e la rilancio. Qualcosa, in realtà, è stato fatto. Ad esempio l’11 febbraio 2021, in occasione della Giornata mondiale del malato, una preghiera è stata elevata nella Chiesa per ringraziare Dio della presenza di tanti infermieri e medici così valorosi durante la pandemia.
Come ricordi tu molte preghiere sono state elevate dai fedeli, soli o collegati con le proprie comunità. Tante Messe sono state celebrate e ricordiamo anche qualche processione eucaristica condotta da sacerdoti lungo le vie spopolate delle loro città e paesi. Tutti, poi, abbiamo in mente la preghiera solitaria di papa Francesco, il 27 marzo 2020 (appena iniziato il lockdown), in una piazza San Pietro deserta per impetrare l’aiuto di Dio.
C’è del resto una lunga tradizione della Chiesa di preghiere e atti di devozione per chiedergli di debellare le pandemie del passato, ma anche per evitare i disastri naturali, come la siccità. Il Messale romano, poi, ha diversi formulari per ogni tipo di difficoltà umana.
La fede cristiana sa che Dio non abbandona mai il suo popolo. E, siccome non crediamo nel dio tappabuchi da invocare a gettone, ma nel Dio di Gesù Cristo che non castiga e non si vendica con i flagelli, ma ci dà la possibilità di raggiungere il suo Cuore con la preghiera elevata nel nome di Gesù, crediamo anche che, se una giornata di ringraziamento non verrà indetta, ogni fedele però, da solo o in gruppo, potrà ben fare una preghiera di ringraziamento al buon Dio per averci permesso di attraversare in un modo o nell’altro, pur tra tante sofferenze, quei mesi bui della pandemia.