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domenica 09 febbraio 2025
 

Culle per la vita, sì o no: utili o retaggio da dimenticare?

Il funerale del bimbo trovato morto il 2 gennaio nella culla termica della chiesa san Giovanni Battista di Bari, 18 gennaio 2025. (foto ANSA/ DONATO FASANO)
Il funerale del bimbo trovato morto il 2 gennaio nella culla termica della chiesa san Giovanni Battista di Bari, 18 gennaio 2025. (foto ANSA/ DONATO FASANO)

Gentile direttore, leggo la riflessione di Marina Casini sulla morte di un bimbo in una “culla per la vita” a Bari. Non credo che queste culle siano strumenti efficaci per evitare aborti e abbandoni di neonati, conseguenze di parti in solitudine e con gravi rischi per la madre e il nascituro.

Occorre, invece, pubblicizzare la possibilità di partorire in anonimato e sicurezza in una struttura sanitaria, lasciando poi il neonato, se si è nell’impossibilità di prendersene cura, a chi potrà accudirlo ed amarlo.

NICOLETTA CAVRIN

Cara Nicoletta, far conoscere alle donne in gravidanza (e in dubbio se tenere il proprio bimbo) la possibilità del parto in anonimato è cosa tanto giusta quanto sconosciuta. Ma per questo bisogna predisporre adeguati servizi di consulenza e informazione che aprano a questa possibilità, che, però, non dappertutto ci sono.

L’antico rimedio delle “culle per la vita” è l’extrema ratio per evitare l’abbandono di neonati per strada di donne che, disperate e impaurite dalla loro situazione personale, compiono un atto estremo senza rendersi conto di quello che commettono: un infanticidio. L’editoriale di Marina Casini andava proprio in questo senso.


30 gennaio 2025

 
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