La settimana scorsa abbiamo proposto l’ultima di una lunga serie di tappe di un viaggio testuale all’interno dei 24 capitoli, dei 1.151 versetti e delle 19.404 parole greche che costituiscono il Vangelo di Luca. La nostra finalità era quella di far emergere tutte le presenze femminili, esplicite o indirette, che affiorano nelle pagine del terzo Vangelo, il più ampio dei quattro e il più “femminile”. La sua attenzione alla donna, figura spesso emarginata nella società e nella cultura dell’antico Vicino Oriente (ma non solo...), secondo la tradizione nasceva dal suo incontro con Maria, la madre di Gesù. Certo è che, nei due capitoli d’apertura, i cosiddetti “Vangeli dell’infanzia di Gesù”, il personaggio dominante – naturalmente dopo suo Figlio – era proprio Maria, a cui faceva quasi da spalla un’altra donna, Elisabetta, la madre del Battista.
La sensibilità di Luca nei confronti del mondo femminile era motivata probabilmente anche dalla sua attenzione alle persone povere e considerate secondarie, che Gesù invece privilegiava. La donna in quella cultura era appunto una creatura indifesa, priva di personalità e tutela giuridica. Ma, a questo punto, il nostro itinerario non è concluso perché, come è noto, Luca è anche l’autore di una seconda opera, gli Atti degli Apostoli, storia della Chiesa delle origini, illuminata e sostenuta dallo Spirito Santo e dalla Parola di Dio, nonostante i travagli e le crisi interne ed esteriori. Si tratta di uno scritto di 28 capitoli, 1.006 versetti e 18.374 parole greche, anch’esso dedicato come il Vangelo a una personalità non meglio identificata, Teofilo (1,1). In queste pagine dominano due figure emblematiche della Chiesa delle origini, Pietro e Paolo. Attorno a loro s’allarga una folla di cristiani, alcuni noti, altri secondari: oltre agli apostoli, appaiono Mattia, Barnaba, Giuseppe, Barabba, Filippo, Giuda, Anania, Enea, Cornelio, Simone il cuoiaio, Agabo, Blasto, Manaen, Lucio di Cirene, Dionigi Areopagita, Apollo, Aquila, Sila e così via, in un fitto elenco che rivela certamente l’intento storiografico dell’opera ma anche l’interpretazione teologica degli eventi da parte di Luca.
La forza motrice di questa storia è, infatti, la Parola di Dio, spesso personificata, in greco il Lógos divino, citato 58 volte, e, come si è già detto, una Parola accompagnata dallo Spirito Santo, un aspetto carismatico esaltato nella trascrizione televisiva degli Atti degli Apostoli che Roberto Rossellini elaborò nel 1968. Naturalmente, data la finalità della nostra rubrica, noi ci metteremo alla ricerca delle non poche presenze femminili che occhieggiano in questo ritratto della Chiesa che muove i suoi primi passi dalla città santa Gerusalemme e che, con l’apostolo Paolo, approda alla città imperiale, Roma. Non per nulla era stato il Risorto stesso, in apertura del libro, ad affidare alla Chiesa questa missione universale: «Di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (1,8).