Nel capitolo 5 del Vangelo secondo Matteo, nell'importantissimo Discorso della montagna, dove Gesù consegna la Magna Carta del cristianesimo ai discepoli, al termine delle Beatitudini, Gesù dice a tutti noi: “Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrebbe rendere salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. Il sale, come sappiamo, rende sapidi gli alimenti, dà sapore ai cibi e con questa immagine Gesù parla del sapore che si dà alla vita, cambiando ogni situazione che viviamo grazie alle qualità del sale.
Il sale in antichità veniva utilizzato anche per conservare i cibi. Nel Primo o Antico Testamento, si parla anche di un'alleanza di sale, per dire che un'alleanza è eterna, duratura. E allora se Gesù dice: “Voi siete il sale della terra”, sta dicendo che ciascuno di noi ha un progetto unico d'amore, ha uno scopo in questa vita e può dare sapore alla vita e al mondo, agli altri e può custodire questo valore. E c'è un'alleanza eterna, un'alleanza d'amore stipulata già con il dono della vita: una chiamata all'amore per ciascuno di noi. Ecco perché questa frase è così centrale!
E c'è una sfumatura nel Vangelo, Gesù non dice “voi dovete essere il sale della terra o del mondo”, ma “siete”, non “dovete essere”. In qualche modo, come dicevano i latini, agere sequitur esse. E’ l'agire che segue l'essere, prima di ogni azione c’è l’essere. Prima di fare qualcosa dobbiamo essere.
Ecco il progetto unico a cui tutti noi siamo chiamati, nell’ambiente di lavoro, in famiglia, nel mondo, essere quel sale che porta sapore, essere quel sale che conserva le relazioni, essere capaci di stipulare dei patti e alleanze eterne, capaci di un amore che sia per sempre. E come si fa a vivere un amore per sempre? Iniziando ad amare dalle piccole cose, sempre, ogni giorno nel quotidiano. E quell'amore darà qualità, sapore alla nostra vita!