Viviamo in un tempo storico in cui si esalta la libertà individuale come se fosse infinita, come se si potesse sempre scegliere di tornare indietro. Eppure, alcune scelte ci determinano. Alcune porte aperte possono condurci anche in vicoli oscuri, in pozzi senza fondo che ci rendono schiavi.
A tal proposito, vorrei riflettere su una frase di San Paolo nella prima lettera ai Corinzi, al capitolo 6, dove lui dice: «Tutto mi è lecito, ma non tutto giova. Tutto mi è lecito, ma io non mi lascerò dominare da nulla».
La nostra libertà è un dono d’amore di Dio. È la sua fiducia verso ciascuno di noi. E noi, con la libertà, possiamo scegliere ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male. Allora dobbiamo imparare a dire i giusti sì e i giusti no.
Perché, a volte, anche una libertà investita in cose di per sé positive e buone, può rischiare di schiavizzarci e renderci dipendenti da qualcosa. Pensiamo alle nuove dipendenze: per esempio, relazioni tossiche che ci svuotano il cuore, l’anima, ci lasciano aridi, ci fanno morire dentro.
Oppure pensiamo ad altre dipendenze, magari sottovalutate, come quelle dai social, dai like, dal cellulare, che ci fanno poi perdere tanto tempo utile che potremmo usare per gli altri, per vere esperienze nella vita reale. O pensiamo alla dipendenza da ciò che gli altri pensano di noi, dal giudizio altrui, che ci porta a rincorrere applausi o a vivere la vita che altri si aspettano da noi. E così finiamo per alienarci…
E allora il consiglio di San Paolo diventa utile e importante: tutto è lecito, tutto è possibile, ma non tutto ci fa bene.
Domandiamoci: questa situazione fa bene alla mia vita oppure mi impoverisce, mi fa del male?
E per capire se una cosa ci domina, se è una schiavitù, proviamo a privarcene... Se non riusciamo a farlo, forse si tratta proprio di una dipendenza dalla quale dovremmo staccarci per essere davvero liberi!