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mercoledì 09 ottobre 2024
 

DOMENICA 12 GENNAIO - BATTESIMO DEL SIGNORE

Lettura del Vangelo secondo Matteo (3,13-17)

In quel tempo. Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.

Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

DALLA PAROLA ALLA VITA

Nei racconti evangelici, il battesimo del Giordano segna un passaggio fondamentale nella vita del Signore Gesù, cioè l’inizio della sua vita pubblica, il segnale di avvio del suo ministero di annuncio del regno di Dio, che culminerà con la Pasqua, cioè la sua passione e morte nella Città santa; idealmente possiamo tracciare il suo percorso di Messia tra il ­fiume Giordano e la città di Gerusalemme.

L’evangelista Matteo ci descrive la scena del battesimo con pochi ed essenziali tratti: anzitutto la resistenza di Giovanni Battista, che non vorrebbe obbedire alla richiesta del Signore: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Questo ci ricorda che non sempre riusciamo a capire ciò che il Signore ci chiede e che dobbiamo imparare a ­darci. Il secondo elemento è la discesa dello Spirito, descritto come una colomba, che rimane sul Signore, segno della presenza stessa di Dio nella persona di Gesù. Anche da questo punto di vista, se pensiamo al nostro Battesimo, certo si tratta di qualcosa di diverso, ma sotto questo aspetto anche per tutti noi il Battesimo è, o dovrebbe essere, un vero e proprio inizio, nella grazia e nella forza dello Spirito di Dio che ci è stato donato.

Molti di noi hanno ricevuto il Battesimo in tenera età e questo spesso non ci aiuta a coglierne tutta la portata e il valore: dovremmo davvero riscoprire il nostro Battesimo come il punto sorgivo della nostra fede e della nostra vita cristiana, al quale ritornare come vera e propria sorgente interiore. A questo proposito papa Francesco ha più volte richiamato i credenti a questa “riscoperta”, anche semplicemente ricordando la data del proprio Battesimo per “festeggiare” la nostra nascita, non solo biologica ma spirituale.

Infi­ne il Vangelo ci fa idealmente riascoltare la voce del Padre che, insieme al dono dello Spirito, accompagna questo evento: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Si tratta di una vera e propria presentazione di Gesù al mondo, come a dire che tutto ciò che il Figlio compirà, da quel momento in poi, sarà segno e rivelazione del volto del Padre, questo infatti è il signi­cato ultimo di quel compiacimento di cui la voce dal cielo sta parlando. Dunque si tratta anche per tutti noi, di un vero e proprio invito a farci discepoli del Figlio, a metterci in “ascolto” della sua vita, di tutto ciò che Gesù ha compiuto perché nel Figlio ci viene svelato il Padre. Più volte nei Vangeli si torna esattamente su questo punto: all’apostolo Filippo che chiede di poter vedere il Padre, Gesù risponde esattamente così: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre» (Giovanni 14,9).

Se poi pensiamo che con questa domenica termina liturgicamente il Tempo di Natale, diventa ancora più chiaro l’invito, attraverso il cammino dell’anno liturgico, a seguire il Signore, ripercorrendo attraverso i racconti evangelici, tutto il suo ministero pubblico.


09 gennaio 2020

 
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