Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 18 maggio 2025
 

Domenica 16 aprile - di Pasqua nella risurrezione del Signore

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (20,11-18)

In quel tempo. Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
 

Dalla Parola alla vita

Alleluia, alleluia, alleluia: la liturgia non sa dire altro e in questo giorno santissimo ripete il canto dei beati in paradiso. Noi, tuttavia, nella domenica di Pasqua, siamo come Maria di Magdala davanti al sepolcro e abbiamo ancora le lacrime agli occhi; la fede inaspettatamente ammutolisce proprio quando dovrebbe dire solo «alleluia» perché Gesù ha vinto la morte ed è diventato il Signore. Eppure… non si sa cosa aggiungere, perché tutto ciò che è annunciato a Pasqua non è descrivibile e con il nostri occhi vediamo solo il Crocifisso.

1. «Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva». Maria Maddalena piange perché ripensa a quanto è successo nei giorni precedenti e ha davanti a sé solo un sepolcro vuoto; Gesù è morto e Maria corre al sepolcro per procedere a una degna sepoltura. Lentamente Maria deve entrare nel mistero, nuovo e insperato, e non ha ancora gli “strumenti” per capirlo e per viverlo. Il Vangelo del giorno di Pasqua ci conduce per mano, attraverso un genere letterario nuovo e tipico; bisogna cambiare registro perché chi, come noi, non è risorto possiede ancora occhi mortali e non può vedere chi è immortale. Maria pensa di essere di fronte al giardiniere e noi ci chiediamo come sia possibile che non abbia riconosciuto Gesù. Il Vangelo ci dice che Maria ha riconosciuto Gesù quando lui l’ha chiamata per nome: il Risorto ha un corpo diverso dal nostro, ma la voce è inconfondibile. Significa che siamo passati dal Gesù terrestre al Cristo celeste. 

2. «Gesù le disse: “Maria!”. Ella si voltò e gli disse (...) “Maestro!”». La voce indica che la visione del Risorto può avvenire solo con gli occhi della fede e della speranza, cioè attraverso l’esperienza dell’incontro sacramentale dei segni eucaristici e nell’intimità mistica dell’amore per Gesù. Noi siamo ancora terrestri e possiamo parlare con cognizione di causa solo della passione e morte di Gesù. Nessuno ha assistito alla sua risurrezione e i nostri occhi mortali possono vedere solo una tomba vuota, perché il Risorto per noi è ancora nascosto. Che fare allora? Ritornare al Getsemani e al Golgota? Trascinarci in un cristianesimo triste che conosce il patire ma non la gioia? La domenica di Pasqua risponde a questa domanda.

3. «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre». La nostra tentazione è quella di piangere come Maria attardandoci davanti alla tomba vuota. Tuttavia, pur non vedendo il Risorto, oggi cantiamo «alleluia», perché sappiamo che Gesù è vivo e pronuncia il nostro nome. La domenica di Pasqua è il giorno della fede e della speranza; la fede diventa speranza perché è visione di qualcosa che gli occhi mortali non possono vedere, e la speranza sostiene la fede perché anticipa alla fede il futuro di ciò che sarà. Nella santa notte della Veglia pasquale abbiamo sentito che il mondo ha una direzione, che non è vero che i morti sono morti e che il male è già incatenato e nulla può contro l’uomo.

Commento di don Luigi Galli


13 aprile 2017

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo