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venerdì 21 marzo 2025
 

Mercoledì 25 dicembre - Natale nel Signore

Lettura del Vangelo secondo Luca (2, 1-14)

In quei giorni. Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra
pace agli uomini, che egli ama».

 

Dalla Parola alla vita

l profeta Isaia ci confida il sogno di Dio: che tutti i popoli della Terra lo riconoscano come Signore. L’affluire di tutti presso «il monte del tempio del Signore», cioè il monte Sion nel cuore di Gerusalemme, sarà segno che avranno scelto il Dio di Israele come Signore. Allora si incammineranno lungo i sentieri che Egli ha tracciato per noi: vie di umanizzazione, che trasformeranno la faccia della terra, estirpandone la violenza («Spezzeranno le loro spade…»). Il Dio della Bibbia vuole aiutarci a diventare sempre più umani, creando così un mondo migliore, un mondo dove vivere «alla luce del Signore». Eppure questo sogno è troppo umano per essere vero: si realizzerà compiutamente solo «alla fine dei giorni», alla fine del mondo, quando il Signore porterà a termine la sua vittoria contro il Male, strappandone le radici dal cuore di ogni uomo. Ma non dobbiamo rassegnarci ad attenderlo: possiamo velocizzarne l’avvento! Il regno di Dio si realizzerà, ma ha bisogno del nostro contributo. Ci siamo addestrati all’attesa in queste ultime settimane, ora rinnoviamo il nostro desiderio di vivere lavorando per il Regno ed annunciandolo: il Natale, la nascita di colui che è il regno di Dio fatto carne, è il Vangelo, la bella notizia che Dio ha un sogno e che è troppo bello per non desiderarlo anche noi. Aiutiamo Dio a realizzare il suo e nostro sogno, spezzando ogni violenza presente nel nostro cuore, nei nostri «pensieri, parole, opere ed omissioni».

San Paolo ci ricorda che oggi il tempo è giunto a «pienezza» perché venga il regno di Dio: gustiamo allora questo tempo di Natale come occasione per rivivere l’«adozione a figli», guardando a Dio come ad un Padre che null’altra gioia ha che veder felici i suoi figli che siamo noi. La fede in Dio come «Abbà» amorevole ci consentirà di percorrere le sue vie, anche quando a noi sembreranno incomprensibili, perché saremo sempre certi del suo amore per noi, sua ragione di vita.

E chi ci consente di essere figli adottivi di Dio è l’unigenito suo Figlio, che ogni giorno, mai quanto oggi, si offre come «luce vera, quella che illumina ogni uomo» immerso nella notte del cuore; si offre in una stalla, per essere accessibile gratuitamente a ogni povero della terra; si offre indifeso, perché non vuole imporsi, ma essere accolto da chi lo desidera.

Non vergogniamoci di prendere spiritualmente in braccio questo Dio bambino, perché è Lui a chiedercelo e non se ne vergogna affatto: non ci ama perché ce lo meritiamo, ci ama e basta. Lasciarci amare senza averlo meritato sarà un’esperienza rigenerante che ci farà rinascere – come novelli catecumeni – a nuova vita: «A quanti però lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio», perché «da Dio sono stati generati».

Il cristianesimo infatti è un cammino di umanizzazione, di conversione in conversione, alla scoperta di un Dio che «venne ad abitare in mezzo a noi» per sottrarci all’illusione di trovarlo fuori dal mondo e per cercarlo invece in ogni uomo e in ogni donna della terra.

 

Commento di Chiara Zambon e Matteo De Matteis


23 dicembre 2019

 
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