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“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?”. La cosa peggiore che possa capitarci è quella di avere la presunzione di voler essere guide di altri quando noi siamo i primi a non vedere dove stiamo andando. La trave nell’occhio di cui parla il Vangelo di oggi è quella della nostra presunzione e del nostro orgoglio. Ecco perché ci risulta essere più bravi a individuare i difetti altrui che ad accorgerci dei nostri. Eppure la questione vera è che per cambiare il mondo dobbiamo smettere di giudicare gli altri e dobbiamo cominciare a cambiare noi stessi.
È questo il senso del Vangelo di oggi: tutto ciò che di male vorremmo estirpare dal mondo e dagli altri, dobbiamo estirparlo da noi stessi. Rimane però un fatto importante che non dobbiamo in nessun modo trascurare: è grazie all’incontro con gli altri che riusciamo a vedere di noi stessi cose che normalmente non riusciamo a cogliere. I fastidi, le delusioni, le fatiche che ci fanno soffrire nel rapporto con gli altri ci rivelano anche ciò che di nascosto c’è dentro di noi. Se rinunciamo agli altri non avremo mai nessuno specchio in cui guardare la verità di noi stessi. Tutto ciò però non va fatto né con violenza, né con disprezzo di sé, ma va fatto alla maniera di Gesù: con tenerezza e determinazione. Chi si ama così ha imparato la lezione cristiana.
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