Lc 17,26-37 - Sant'Alberto Magno, vescovo e dottore della Chiesa - Memoria Facoltativa - (15 novembre 2024) -
“Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, si andava a marito, fino al giorno che Noè entrò nell'arca, e venne il diluvio che li fece perire tutti”. Certamente affrontare la vita con una prospettiva simile non è certo l’ideale. Ma è lo stesso principio che spingeva i monaci a ricordarsi vicendevolmente ogni sera “ricordati che devi morire”.
La memoria della morte o è un’angoscia paralizzante o un profondo esercizio di realtà. Infatti se ciascuno di noi cominciasse a pensare ad esempio che gli rimane solo un anno di vita, farebbe delle scelte ben precise. E allo stesso tempo se pensasse che manchino solo sei mesi, ne farebbe altre ancora più essenziali, e così via fino a pensare che alla fine ci è dato sapere che abbiamo tempo solo oggi, e che nessuno ci dice che domani saremo ancora vivi.
La memoria sana della morte rende irripetibile ogni istante della vita. Ogni bacio sarebbe dato come unico. Ogni abbraccio sarebbe dato come unico. Ogni torto sarebbe più facilmente perdonato, perché davanti alla possibilità della morte quanti avrebbero ancora il coraggio di mantenere il punto per questioni francamente banali? Ovviamente tutto questo può sembrare eccessivamente esagerato, ma esasperare un punto di vista ci serve a capire la verità di fondo di una questione. Infatti bisognerebbe portare sempre fino alle estreme conseguenze i nostri ragionamenti e le nostre scelte.
È nelle estreme conseguenze che si capisce il vero valore di qualcosa. «Io vi dico: in quella notte, due saranno in un letto; l'uno sarà preso, e l'altro lasciato. Due donne macineranno assieme; l'una sarà presa e l'altra lasciata. Due uomini saranno nei campi; l'uno sarà preso e l'altro lasciato».
Tutto è sempre cinquanta e cinquanta. Non solo la possibilità di essere presi o lasciati, ma la possibilità che una malattia ci renda persone migliori o persone peggiori. Che un amore ci renda meno egoisti o più possessivi. Che un dono venga usato per il bene o per il male. Ogni cosa di questa vita è sempre racchiusa nel cinquanta e cinquanta.
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