Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 16 maggio 2025
 

Disfattismo e superbia sono i veri ostacoli al dialogo con Dio

Mt 21,23-27 - Lunedì della III Settimana di Avvento (16 dicembre 2024) - 

“Entrato nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?»”.

Non si riesce a comprendere nulla di questo incipit del vangelo di oggi se ci si dimentica un dettaglio importante: il giorno prima Gesù era entrato a Gerusalemme sopra un’asina, esattamente come dicevano le profezie rispetto al Messia, e varcando la soglia del Tempio lo aveva “purificato” scacciando i mercanti. È proprio a causa di questo che coloro che si sentono i padroni di casa gli chiedono conto della sua autorità. Ma Gesù vuole smontare innanzitutto la presunzione di una simile domanda, perché non si può dare nessuna risposta a chi non vuole ascoltarla. Infatti ci sono domande, anche serie, che noi facciamo solo per affermare il nostro pensiero e non perché ci interessi trovare una risposta vera. È il tipo atteggiamento di chi è in polemica con tutto avendo solo come scopo quello di demolire, di criticare, di smontare, di svalutare. A chi ragiona così non si può dare nessuna risposta perché non c’è volontà di costruire davvero nulla. Il massimo che sanno fare è rimuginare con se stessi, ma non sono capaci di nessun vero dialogo: “Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo", ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?"; se diciamo "dagli uomini", abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta»”.

Chi vive così si perde ciò che della vita vale la pena, perché un simile disfattismo è solo l’affermazione di infelicità travestita di superbia e presunzione. “Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose»”. Certe volte il silenzio di Dio, non è uno stato di vita spirituale che assomiglia alla notte oscura dei mistici, ma è solo la conseguenza del nostro non volerlo ascoltare veramente e sul serio, assumendocene la responsabilità.

Vai alle LETTURE DEL GIORNO


15 dicembre 2024

 
Pubblicità
Edicola San Paolo