Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 08 ottobre 2024
 

Avere fede non significa chiedere prove ma fidarsi soprattutto in assenza di esse

Lc 7,1-10 - Santi Cornelio e Cipriano, Martiri - Memoria (16 settembre 2024) - 

C’è un passaparola straordinario nel Vangelo di oggi. Un povero servo sta male, il centurione romano nella cui casa presta servizio non lo tratta come un oggetto da sostituire una volta rotto. Non sa più cosa fare, e comincia a fare l’unica cosa interessante che possa fare una persona che si accorge della propria incapacità: chiede aiuto. Lo fa in modo strano, perché chiede a chi ha fede di pregare, di intercedere, di raccontare a Gesù il suo dramma, il suo dolore, la sua richiesta.

Non sappiamo se non si sente degno di formulare direttamente quella domanda, o semplicemente non ha neppure la fede per poterla formulare in prima persona, ma sta di fatto che pur di non perdere quel servo amato, è disposto a tutto. Quest’uomo è già un miracolo, e Gesù lo dirà alla fine del racconto. Chi ama così, mostra già con la propria umanità la fede che Gesù va predicando. Ma la parte più interessante della storia viene fuori quando Gesù accordando il suo intervento decide di andare a casa di quel centurione romano a guarire il suo servo. Proprio a questo punto è lo stesso centurione che glielo impedisce: “Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito”. Tradotto significa “mi fido tanto di te che non ho bisogno che mi dimostri nulla perché so che non lascerai inascoltata la mia preghiera sincera”.

Chissà se tutte le volte che preghiamo abbiamo la stessa fede di questo centurione oppure siamo sempre bisognosi che Dio ci dimostri di aver ascoltato in qualche modo la nostra supplica. Ma avere fede non significa chiedere prove ma fidarsi soprattutto in assenza di esse. “«Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito”.

Vai alle LETTURE DEL GIORNO


15 settembre 2024

 
Pubblicità
Edicola San Paolo