Matteo 10,34-11,1 - Lunedì della XV Settimana del TO (17 luglio 2023) -
“Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera”. Lette così queste parole di Gesù possono confonderci e mandarci fuori strada, ma in realtà esse non sono la negazione di tutto l’insegnamento di Gesù ma bensì il suo più vero compimento.
Infatti Gesù sa bene che esiste una “pace” sbagliata che non è frutto del bene ma bensì del male. È la pace che ci costruiamo da soli cercando di non prendere sul serio il nostro cuore, i nostri più veri desideri, il vero motivo per cui siamo al mondo. È la pace che ci costruiamo confidando nelle cose materiali, in rapporti utilitaristici, in ricerche spasmodiche di rassicurazioni. Infatti la pace sbagliata è sempre una forma di rassicurazione.
Gesù viene a distruggere questa pace affinché la vita sia più viva. E per fare questo separa, distingue, porta alla luce, chiama le cose per nome. Ed è così che una relazione tra figli e genitori diventa sana perché finalmente ognuno può essere sé stesso e non la personificazione delle nostre aspettative. È così che il nostro cuore non è più in balia della confusione ma sa distinguere le cose. È così che dando a Dio il primo posto ogni cosa è al suo vero posto.
In questo senso non è più importante realizzare imprese epiche nella propria vita perché ci si può far santi anche con un solo bicchiere d’acqua. È il modo con cui si vive che determina la nostra vita e non quello che ci succede poiché molto spesso nemmeno siamo noi a determinarlo.
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