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giovedì 17 aprile 2025
 

È inefficace quella verità insegnata da chi è senza credibilità

Mt 23,1-12 - Martedì della II Settimana di Quaresima - (18 marzo 2025) - 

“Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno”. Nella pagina del Vangelo di oggi è descritta in maniera abbastanza chiara che cosa significhi perdere di credibilità. Essa si manifesta come la capacità di dire cose vere e di vivere esattamente al contrario di ciò che si dice. 

Quando un genitore dice cose giuste ai propri figli, ma dà una testimonianza sbagliata ad essi, perde credibilità. Quando un sacerdote, un religioso, una consacrata insegnano cose giuste alla gente che è loro affidata, ma vivono al contrario di ciò che dicono, essi perdono credibilità. Quando un insegnante dà informazioni giuste ai propri alunni, ma vive in maniera sbagliata la propria vita, esso perde di credibilità. Potrei continuare all’infinito portando molti esempi, ma ciò che il Vangelo di oggi tenta di dirci è che non basta dire, o indicare cose giuste, ma bisogna accompagnare le cose giuste con la propria testimonianza. 

Una persona che dice la verità, ma non ha nessuna credibilità, rende quella verità inefficace. Se la Chiesa dice cose giuste ma non è credibile, ha perso il suo scopo principale. Non si tratta quindi di prendersela con qualcuno, ma mettere mani a una conversione che riguarda ciascuno di noi. La domanda che ci pone il Vangelo di oggi è molto semplice: siamo credibili? O giochiamo a fare i maestri, le guide, i guru, i finti padri e madri degli altri? 

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17 marzo 2025

 
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