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mercoledì 14 maggio 2025
 

In Gesù, ognuno di noi diventa figlio

Gv 5,17-30 - Mercoledì della IV Settimana di Quaresima - (2 aprile 2025) - 

“Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”. In pochi versetti il Vangelo di Giovanni di oggi ci rivela il vero motivo per cui Gesù viene odiato: la sua relazione con il Padre.

Si può accettare che Dio esiste, che magari abita i cieli; si può accettare di seguire dei comandamenti, di diventare esperti di una teologia; ma è insopportabile pensare di essere in una relazione di amore con questo Dio. Eppure tutto il messaggio di Gesù è esattamente questo: non basta dire che Dio esiste, bisogna riconoscere che Egli ci ama come un padre ama un figlio. E se per noi questa è un’immagine suggestiva della relazione che dovremmo avere con Dio, per Gesù non è semplicemente un’immagine ma è una realtà.

San Paolo più tardi ci avrebbe spiegato che uno dei frutti più importanti della redenzione operata da Gesù è averci fatto partecipare di questa reale relazione di amore. In Gesù, ognuno di noi diventa figlio, e ognuno di noi può rivolgersi a Dio chiamandolo papà. Ora se tu sai che Dio esiste e ti ama allora comprendi che la cosa più interessante della fede non è la teologia, o la morale ma bensì questa relazione.

Ed è proprio questa relazione che produce un nuovo modo di pensare Dio (teologia), è un nuovo modo di agire (morale). È una domanda seria che oggi il Vangelo ci pone: chi è Dio per noi?

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01 aprile 2025

 
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