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giovedì 10 ottobre 2024
 

La grazia di Dio viene attraverso le persone a noi vicine e nella quotidianità

Lc 4,16-30 - Lunedì della XXII settimana del Tempo ordinario (2 settembre 2024) - 

Il rientro a casa di Gesù raccontato dall’evangelista Luca nella pagina del Vangelo di oggi ci dice chiaramente che non è andato proprio nel migliore dei modi. Eppure Gesù stava affermando una cosa vera: effettivamente egli è l’unto di Dio, il Cristo venuto a portare a compimento la promessa. Ma è difficile per i suoi compaesani credere che tutto ciò che stanno aspettando da secoli è un loro vicino di casa. Immediatamente Gesù cita due episodi biblici per mostrare a chi lo critica che non è la prima volta che Dio trova più facile fare grazia ai lontani che ai vicini.

La vedova di Sarepta e il lebbroso Naaman il Siro non fanno parte del popolo di Israele, eppure Dio li aiuta, li salva, li guarisce, li sostiene. Forse perché fanno meno resistenze di chi è più vicino. Hanno meno pregiudizi. Sono più disposti a lasciarsi mettere in gioco dal Signore. In pratica Gesù sta dicendo: “è meglio fare il bene a uno sconosciuto che a un conoscente ingrato”. Noi siamo contemporaneamente come quella vedova e quel lebbroso quando con umiltà capiamo di non avere nessun diritto nei confronti di Dio. E siamo come quei compaesani di Gesù quando ci fidiamo più dei nostri pregiudizi che di Dio che può sorprenderci con tutto, persino con chi pensiamo di conoscere da tanto tempo. Chi vieta a Dio di farci grazia attraverso persone o circostanze a noi così familiari e quotidiane? Non snobbiamo niente e nessuno, potrebbe esserci in ballo Gesù in persona.

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01 settembre 2024

 
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