Mt 6,24-34 - San Luigi Gonzaga. Religioso - Memoria - (21 giugno 2025) -
“Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?”. Spesso la nostra vita è in ostaggio dell’ansia, delle preoccupazioni, della mancanza di serenità.
Viviamo da credenti pensando che basti credere in Dio per essere cristiani, ma di fatto viviamo la nostra vita come se fossimo soli al mondo, e come se dovessimo salvarci da soli. L’esperienza della fede è l’esperienza di smettere di vivere affannati per cominciare a vivere da affidati. La liturgia oggi ci fa fare memoria di un giovane santo, San Luigi Gonzaga. A volte nascere nobili e ricchi non è un vantaggio ma un impedimento a vivere il Vangelo. Eppure questo giovane ragazzo si accorge fin da subito che le cose di questo mondo sono solo fumo e che non possono corrispondere fino in fondo alla sete di felicità che ci portiamo nel cuore.
Certe volte, per essere felici bisogna imparare a rinunciare a ciò che è superfluo per poter vivere e gustare pienamente l’essenziale. A degli occhi superficiali, la vita di Luigi Gonzaga sembra solo una grande rinuncia, ma basta mettere a fuoco davvero l’esistenza per accorgersi che ciò per cui vale la pena vivere non è mai in quello che il mondo ci propina, ma è nascosto in qualcosa per cui vale la pena dar via tutto pur di averla.
Chi ha trovato uno scopo grande nella vita non ha paura nemmeno di morire. Il vero problema di questa nostra esistenza non consiste nella sua lunghezza ma nella sua qualità. Non si è fortunati perché si vive a lungo, ma si è fortunati se si vive una vita piena.
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