Luca 19,45-48 - Santi Andrea Dung-Lac e Compagni, martiri - Memoria (24 novembre 2023) -
“Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!»”.
Mai come in questa scena del Vangelo vediamo Gesù all’opera in maniera così forte. Forse dovrebbe anche un po’ scandalizzarci la scelta di scaraventare fuori dal luogo sacro i mercanti, ma attraverso questo gesto forte Gesù sta tentando di liberare la nostra relazione con Dio. Non si può far commercio con l’amore. Non c’è nessun prezzo, nessuno scambio equo davanti al dono gratuito di chi si offre per la nostra salvezza. Pregare è fare memoria di questo amore, è rendere sempre più evidente che siamo amati in maniera gratuita, senza alcun merito, senza nessuna condizione.
La gratuità ci destabilizza, perché non siamo abituati a non meritare le cose. Ma solo se accettiamo questo dono smettiamo di fare ciò che fin dall’inizio fecero Adamo ed Eva, cioè rubare questo dono. Dovremmo però domandarci se ci sono mercanti nel nostro rapporto con Dio. Se ad esempio intendiamo la preghiera come una moneta che può ottenerci dei benefici, o se preghiamo per imparare semplicemente a lasciarci amare da Lui. Dobbiamo domandarci se i nostri luoghi di culto favoriscono la spiritualità o fomentano questo perverso meccanismo di addomesticare Dio in qualche logica di “dare e avere”. E non è solo una questione di denaro o di cose materiali, ma è anche quella grande tentazione dell’attivismo che ci convince che più cose facciamo e più siamo nella condizione di accampare diritti nei confronti di Dio.
Ma la Chiesa non nasce per fare molte cose, ma nasce per farne solo una: insegnare al mondo a pregare. Era questo il senso delle parole di Gesù a Marta: “Tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola cosa c’è bisogno e Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta”.
Vai alle LETTURE DEL GIORNO