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mercoledì 26 marzo 2025
 

Ogni giorno dobbiamo chiederci se abbiamo amato, sperato e creduto

Mt 7,21-29 - San Cirillo di Alessandria, Vescovo e Dottore della Chiesa, Mem. fac. (27 giugno 2024) - 

Deve essere abbastanza duro prendere in considerazione l’ipotesi che un giorno il Signore possa rivolgersi a noi in questo modo: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità”.

Che cosa ci rende davvero di Dio? Fare miracoli? Anche il demonio se vuole può operare miracoli, ma l’appartenenza a Dio non la si vede da questo tipo di cose, ma dalle scelte più radicali della nostra vita. La Chiesa riconosce i santi non partendo dai miracoli ma da come essi hanno vissuto. Solo alla fine si prende in considerazione un miracolo, e lo si prende solo se avvenuto post mortem e non prima. Infatti aveva ragione chi diceva che non bisogna mai giudicare una persona prima della sua fine. Si può passare la vita a fare cose strabilianti ma a noi viene chiesto solo di fare la volontà di Dio. E questa volontà riguarda la nostra capacità di amare e non di stupire. Amare in maniera eroica, fidarsi in maniera eroica, sperare in maniera eroica.

Carità, fede e speranza, i tre doni ricevuti nel battesimo e usati fino alle vertigini. È questo che ci rende davvero suoi. Ecco perché ogni giorno non dobbiamo chiederci se abbiamo compiuto miracoli o fatto grandi imprese ma solo se abbiamo amato, se abbiamo sperato, se abbiamo creduto nonostante tutte le tempeste contrarie che molte volte la vita ci scaglia contro.
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26 giugno 2024

 
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