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«Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?». Tutti dovremmo avere in bocca la preghiera di questo ragazzo che si rivolge a Gesù senza troppi giri di parole. La verità però è che viviamo in un mondo che non pensa più alla vita eterna, ma solo a questa vita, e ci illudiamo che essa non finisca quando invece sappiamo che finirà. Abbiamo paura di cercare quella eterna pensando che cominci alla fine di questa quando invece è già qui ed ora e basterebbe cercarla veramente per accorgerci che chi trova la vita eterna ha trovato un valido motivo per vivere bene e intensamente la propria vita adesso.
Gesù dice chiaramente a questo ragazzo che la prima via per trovare la vita eterna è seguire i comandamenti, cioè educarsi a saper fare il proprio possibile senza vie di fuga. Infatti solo chi sa fare la propria parte è in grado di reggere anche la grazia di Dio. Il problema però è che il ragazzo in questione i comandamenti li ha sempre seguiti ma non gli sembra di essere felice: “Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi»”.
In pratica Gesù gli sta dicendo che la felicità è possibile solo a chi è libero. Fintanto che continueremo a cercare rassicurazioni non capiremo mai la vertigine della felicità. La ricchezza è un impedimento quando essa invece di farci volare alto la usiamo per riempire i nostri vuoti. “Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!»”. È una bella domanda quella che ci pone il Vangelo di oggi: quanto siamo davvero liberi?
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