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mercoledì 30 aprile 2025
 

Erode e il Bambino Gesù: La lotta tra orgoglio e umiltà

Mt 2,13-18 - Santi Innocenti, martiri - Festa (28 dicembre 2024) - 

La storia di Gesù inizia subito con una serie infinita di difficoltà. Un grande santo diceva che ogni rosa ha sempre le sue spine, anzi che la presenza delle spine è la testimonianza più vera dell’esistenza della rosa. E a quanto pare le spine che circondano la bellezza della venuta di Cristo non tardano a presentarsi. Una tra queste è la persecuzione che Erode scatena contro il bambino Gesù: “Allora Erode, vedendosi beffato dai magi, si adirò moltissimo, e mandò a uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme e in tutto il suo territorio dall'età di due anni in giù, secondo il tempo del quale si era esattamente informato dai magi”.

È quasi sempre così la reazione di chi si sente minacciato nella propria posizione, nel proprio trono. E ciascuno di noi a volte rischia di essere nella posizione di Erode perché fa fatica a detronizzarsi, a togliersi dal centro, a smettere di fingere di sentirsi Dio, di sentirsi il padrone della vita, il capo indiscusso del destino proprio e di quello di chi lo circonda.

Solitamente è la vita che il più delle volte ci ridimensiona. Delle volte basta una febbre un po’ più alta che ci lascia inermi nel letto a farci rendere conto che non abbiamo noi, in fin dei conti, in mano le redini. E solo se è Lui ad aiutarci allora la vita è non solo possibile ma anche umana. Senza di Lui smettiamo di essere pienamente umani e diventiamo cattivi fino al punto da tirare fuori il peggio di noi, esattamente come fa Erode. Ma Gesù sopravvive a un simile atteggiamento, e riesce a farlo perché c’è gente come Giuseppe: “un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dico; perché Erode sta per cercare il bambino per farlo morire». Egli dunque si alzò, prese di notte il bambino e sua madre, e si ritirò in Egitto”.

Solo se capiamo che il cristianesimo è fare come Giuseppe, cioè prendere con noi “il bambino e sua madre”, allora potremmo salvare l’essenziale nonostante tutto. Gesù e Maria per noi sono questo Essenziale.

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27 dicembre 2024

 
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