Matteo 16,13-19 - Santi Pietro e Paolo, Apostoli - Solennità (29 giugno 2023) -
La festa degli Apostoli Pietro e Paolo non ci fa solo ricordare di due colonne portanti della Chiesa di Cristo ma della straordinaria bellezza della Chiesa da Lui fondata. Infatti Pietro e Paolo non sono due santini da accostare su qualche immagine o nel titolo di qualche nostra Basilica, ma sono l’incarnazione di due uomini molto diversi tra loro per formazione, storia, cultura, esperienza, sensibilità, e nonostante ciò ognuno con la propria unicità ha contribuito all’espansione del Vangelo.
Questa festa ci ricorda che non dobbiamo avere paura della diversità, innanzitutto nei nostri ambienti quotidiani (famiglia, posti di lavoro, comunità) perché se un ambiente è uniforme allora esso non è più un ambiente umano ma disumano. Anche la Chiesa non deve avere paura della diversità, anche quando delle volte genera delle salutari crisi.
Come ebbe a dire una volta Papa Francesco, non bisogna avere paura delle crisi ma solo dei conflitti, perché la crisi è la testimonianza della vitalità di qualcosa, mentre nel conflitto si vuole a tutti i costi un vincitore e un vinto. La diversità nella Chiesa crea tensione dialettica, ed è sempre stato così. Anche Pietro e Paolo litigavano, ma non gli è mai passato di mente di non considerarsi fratelli, o di eliminare l’altro.
Oggi è la festa di due figure uniche che sono unite da qualcosa di più grande. È Gesù il legame che difende la loro unicità e allo stesso tempo le tiene insieme. Ecco perché è così vero quello che leggiamo nel Vangelo odierno: “«Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»”. È proprio perché Lui è Cristo che ognuno di noi può permettersi di essere sé stesso fino in fondo e senza paura.
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