Gv 1,35-42 - Feria propria del 4 gennaio (4 gennaio 2024) -
“E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù”. Sono i discepoli di Giovanni Battista che sentendo parlare Giovanni cominciano a seguire Gesù. Lasciano Giovanni per prendere più sul serio Gesù. Avviene la stessa cosa nelle diverse esperienze di fede? I nostri movimenti, le nostre appartenenze ecclesiali, le nostre parrocchie, i nostri sacerdoti, le nostre consacrate sono disposti ad essere lasciati affinché Gesù venga preso ancora più sul serio? Oppure come capita spesso pensiamo di essere gli unici garanti del rapporto con Cristo?
Mi capita sovente di avere a che fare con tante persone che vivono i più svariati carismi all’interno della Chiesa. Tante volte sento ragionare queste persone allo stesso modo di come si ragiona nelle sette: “solo noi abbiamo la verità. Gli altri non hanno capito nulla. Se te ne vai Dio ti abbandonerà, nessuno ti aiuterà, sarai solo”. E magari tutto questo ben farcito di citazioni bibliche e storie di santi appositamente tagliate nei punti più utili per rafforzare questa tesi.
La Chiesa non è una setta e non deve generare sette. E l’unico antidoto per non essere setta è lasciare che le persone crescano fino al punto di non avere più bisogno di noi perché hanno trovato finalmente un modo di vivere Cristo in maniera piena e senza per forza tutti gli aiuti passati. In questo senso ci sono momenti nella vita in cui una buona guida spirituale è essenziale, altri in cui l’aiuto è più rado e non si ha più per forza la necessità di vedersi o parlare come accadeva nel passato.
Non è finita una relazione di bene, si è solo trasformata, è cresciuta. Sono certo che i discepoli di Giovanni saranno stati grati a lui per tutta la vita e non avranno mai pensato di avergli fatto torto perché alla fine hanno deciso di lasciarlo per prendere ancora più sul serio Gesù.
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