Luca 4,16-30 - Lunedì della XXII settimana del TO (4 settembre 2023) -
“Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere”.
Dovrebbe aiutarci molto questa annotazione iniziale della pagina del Vangelo di oggi. Gesù non si trova in un luogo qualunque, ma si trova nella terra dove è cresciuto. La terra che lo ha visto giocare, piangere, diventare adolescente, giovane e infine adulto. Non è un luogo come gli altri, è casa. Eppure questo luogo così decisivo per la vita di Gesù gli riserva una triste esperienza che Egli sintetizza così: “Nessun profeta è bene accetto in patria”.
Quel luogo benedetto da trent’anni di vita quotidiana passata lì è anche il luogo più difficile per splendere nella sua vera vocazione. Delle volte casa può diventare il luogo più difficile dove tirare fuori il meglio di sé, e questo forse perché casa è il luogo dove gli altri hanno visto anche il peggio di noi, dove gli altri si sono abituati a noi fino a perderne lo stupore, casa è il luogo dove invece di trovare alleati troviamo gente che ci guarda sempre con pretesa e giudizio.
Sembra che il Vangelo di oggi ci voglia dire che non dobbiamo meravigliarci quando i luoghi più familiari non è detto che siano anche i migliori. Questo deve però farci domandare in che maniera guardiamo noi gli altri. In che modo ci poniamo davanti alle persone a noi più vicine. Siamo disposti ad accettare il loro prodigio? O abbiamo già deciso in cuor nostro che quelle persone sono solo ciò di cui ci siamo convinti che esse siano?
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