Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 12 luglio 2025
 

Noi dobbiamo trovare strategie di unità

Gv 17,20-26 - Giovedì della VII Settimana di Pasqua - (5 giugno 2025) - 

“Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. È bello sapere che Gesù secoli e secoli prima che io nascessi si preoccupava già di me. Non amava e si preoccupava solo di Pietro, Giacomo, Giovanni, Filippo… pensava anche a me.

Sapeva che una catena interrotta di uomini e donne avrebbe varcato i secoli, e lo stesso legame e la stessa intimità che lo legava a Giovanni e ad Andrea lo avrebbe legato a me. Gesù prega per me secoli e secoli prima che io venissi al mondo. Anzi nel venire al mondo ho trovato già ad accogliermi una sua preghiera. È l’accorata richiesta di chi sa che l’unica cosa che ci salva è essere uniti e non divisi. Il Diavolo è colui che divide e ci divide dentro e fuori. Un uomo felice è un uomo che ha unità dentro e fuori di sé. La sfida più grande per noi è quella dell’unità.

Ma tranquilli, Gesù ha già pregato per noi: “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me”. Come carta d’identità cristiana noi dobbiamo presentare la credibilità di chi cerca di unire e non di lavora per dividere. In un mondo che vuole dividerci perché da divisi siamo meglio manovrabili noi dobbiamo trovare strategie di unità. È questo che realizza e rende esaudita la preghiera di Gesù al Padre. Ma la sfida dell’unità non è la sfida dell’uniformità, ma è la sfida della comunione.

La differenza è sostanziale: mentre l’uniformità elimina ogni diversità per creare solo il simile, la comunione protegge la diversità legandola all’altro in maniera profonda e duratura. L’uniformità è l’uguaglianza della forma, la comunione è l’uguaglianza della sostanza. Gesù non ci ha mai chiesto di essere uniformi, ma ci ha chiesto di essere in comunione, in unità. Ecco perché la verifica del cristianesimo sta nella comunione e nella difesa vera e non ideologica di ciò che ci fa diversi. 

Vai alle LETTURE DEL GIORNO


04 giugno 2025

 
Pubblicità
Edicola San Paolo