Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 15 gennaio 2025
 

La vita ci mette davanti al limite del nostro possibile

Mt 9,27-31 - San Nicola, Vescovo - Memoria - (6 dicembre 2024) - 

 “Come Gesù partiva di là, due ciechi lo seguirono, dicendo ad alta voce: «Abbi pietà di noi, Figlio di Davide!»”. Il racconto di oggi inizia con un dettaglio curioso: due ciechi inseguono Gesù. Ci verrebbe da domandarci come abbiano fatto, ma forse è proprio in questa contraddizione la chiave di lettura: ci sono cose nella vita di cui abbiamo talmente tanto bisogno che importa poco se abbiamo i mezzi adatti per ottenerle, perché c’è qualcosa di nascosto, di interiore che sa muoversi al buio pur di trovare un appagamento.

Tra queste è la nostra sete di felicità. È così forte dentro di noi il bisogno di essere felici, che anche quando non sappiamo dove andare, o cosa fare, questo bisogno ci spinge a camminare al buio. Siamo noi, molto spesso, nella condizione di questi due ciechi: non vediamo ma in quel buio ci mettiamo a cercare un senso, cioè Gesù. E Lui si fa trovare ma quando è in casa, lontano dal clamore delle folle. Quasi a voler dire che con la nostra vita non vuole farsi pubblicità, ma che tiene a noi anche se nessuno se ne accorgerà mai.

Poi una domanda, una risposta e un gesto: “Gesù disse loro: «Credete voi che io possa far questo?» Essi gli risposero: «Sì, Signore». Allora toccò loro gli occhi dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». E gli occhi loro furono aperti”. Gesù potrebbe compiere un miracolo anche senza fare domande, eppure nel Vangelo ogni volta che ne compie uno domanda se chi ha di fronte innanzitutto ci crede che egli possa farlo. Non è un mettere alla prova ma un’indicazione preziosa che ci dice che la prima vera condizione di un cambiamento consiste nel credere che esso sia possibile. Dio è più grande del calcolo del nostro possibile. Crede in Lui significa credere nell’impossibile, cioè in qualcosa che trasborda il nostro semplice possibile.

Ma in fondo la nostra vita non ci mette quasi sempre davanti al limite del nostro possibile? E che cosa significa credere se non che alla fine non sarà quel limite a decidere del nostro destino? Dio è più grande. E meno male. 

Vai alle LETTURE DEL GIORNO


05 dicembre 2024

 
Pubblicità
Edicola San Paolo