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lunedì 17 novembre 2025
 

L’incontro con la grazia di Dio permette alla nostra volontà di fare grandi cose

Mt 5,17-19 - Mercoledì della III settimana di Quaresima (6 marzo 2024) - 

Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento”. Questa lapidaria affermazione di Gesù nel Vangelo di oggi frena tutti quegli errati entusiasmi dei suoi discepoli che potevano forse erroneamente immaginare la fede come un fare meno fatica per raggiungere miracolosi risultati. Un po’ come quelle pubblicità che dicono che se vuoi il fisico migliore non c’è bisogno che ti sottoponi alla disciplina dello sport ma che compri quella crema o quell’attrezzo miracoloso.

Gesù dice che il talento conta molto, ma sarebbe inutile un talento senza una disciplina. La legge è un modo di stare nella fatica delle cose, di lasciarsi educare dallo stare dentro la realtà con i piedi per terra. Si può vincere un campionato di calcio perché si è molto faticato, o lo si può vincere per tangenti, credo che sia lampante quale sia la differenza. La santità non ci esonera dal fare la nostra parte, anzi è la gioia di aver capito finalmente perché vale la pena fare la nostra parte. In questo senso l’incontro con la grazia di Dio sblocca anche quel muscolo così prezioso della nostra volontà, e lo spinge a fare cose che normalmente per pigrizia non facciamo mai.

“Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli”. Ciò significa che la fede non è uno schema, ma è anche vero che un certo metodo e alcuni argini aiutano la fede ad arrivare molto più lontano di ogni facile entusiasmo.

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05 marzo 2024

 
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