Luca 4,38-44 - Mercoledì della XXII Settimana del TO (6 settembre 2023) -
“Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei”.
Siamo abituati a pensare di trovare Gesù solo nel tempio. Ancora oggi siamo convinti che Egli si trovi solo in Chiesa, ma la verità è che la vicenda di Gesù ha sdoganato Dio dal Tempio e lo ha introdotto in ogni angolo del mondo, e quindi anche in casa nostra.
La domanda è se c’è spazio per Gesù in casa nostra. Sappiamo per certo che a casa di Pietro c’è spazio per Lui perché il Vangelo ci dice che “lo pregarono”. È una preghiera di intercessione la loro, infatti stanno pregando per la guarigione della suocera di Pietro che è a letto vittima della febbre. Ma la cosa che deve colpirci non è tanto il fatto che Gesù la guarisca, ma quanto il fatto che quella gente in casa preghi Gesù, si rivolga a Lui, speri in Lui.
Si prega ancora nelle nostre case? Si crede ancora che Gesù ha il potere di cambiare le cose? Abbiamo ancora una fede così? Troppo comodo confinare Gesù in Chiesa, la vera sfida è accoglierlo ovunque e permettergli di agire ovunque. Ma l’azione di Gesù non mira solo a guarire o a esorcizzare. La sua opera è la conversione al Vangelo. Il miracolo che Gesù è venuto a donarci consiste nel cambiare il nostro modo di ragionare, infatti solo se siamo convinti di essere stati amati in maniera definitiva e irrevocabile allora cominciamo a pensare anche diversamente e ad agire diversamente.
Chiedere a Dio di guarire da una febbre ma non credere che Gesù ha dato la vita per noi non mi sembra un buon affare cristiano. La gente è disperata perché pensa di non essere amata. Chi è amato può persino permettersi di morire, non ne avrà nessuna paura.
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