Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 13 settembre 2024
 

Torniamo a essere credenti solo quando ci riscopriamo semplicemente umani

Luca 14,15-24 - Martedì della XXXI settimana del TO (7 novembre 2023) - 

“Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi”.

La triste parabola che Gesù racconta nella pagina del Vangelo di oggi sembra assomigliare all’indifferentismo religioso che ormai come un cancro sembra attraversare la nostra società. Dio ci ama e imbandisce una tavola di gioia per noi, e invece ognuno sembra ripiegato sulle proprie cose: carriera, affetti, affari, problemi. Il cristianesimo sembra essere solo quello delle grandi Chiese che invece di essere grembi di preghiera sono diventati soltanto luoghi per turisti.

Abbiamo fatto fuori dal nostro mondo Dio e ignoriamo ogni mattina il Suo invito a sedere a tavola con Lui. Ma cosa comporta tutto questo? “Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena»”.

Dio è apprezzato solo da chi ha sperimentato nella vita la fatica di vivere, il peso della mancanza, la ferita della sofferenza. Torniamo a essere credenti solo quando ci riscopriamo semplicemente umani. Ha ragione il salmo quando dice: “L’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono”. Ma facciamo sempre in tempo ad aprire gli occhi e ad accettare di nuovo l’invito a sedere a tavola con Lui. Il mondo cambierebbe davvero.

Vai alle LETTURE DEL GIORNO


06 novembre 2023

 
Pubblicità
Edicola San Paolo