Giovanni 14,21-26 - Lunedì della V Settimana di Pasqua -
L’amore non può essere una parola vuota, ma per essere una parola di peso ha bisogno di qualcosa di concreto. Gesù nel Vangelo di oggi indica chiaramente ciò che riempie l’amore di peso e di affidabilità: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”.
Non si può dire di amare Dio se non prendendo sul serio i suoi comandamenti. Il grande fraintendimento che però tante volte ferisce la nostra comprensione sta nel fatto che abbiamo un’impressione negativa dei comandamenti. Essi non sono delle “costrizioni”, ma sono delle modalità che allargano la vita. Se dovessimo fare un paragone con la vita fisica dovremmo dire che chi va in palestra e fa degli esercizi fisici deve compierli nel modo corretto. Un buon personal trainer ti indica il modo giusto di fare un esercizio. È grazie a questa obbedienza che quell’esercizio porta un beneficio. Se invece lo stesso esercizio viene fatto in maniera sbagliata, non solo non porta un beneficio ma può persino procurare un danno.
Gesù ci indica il modo giusto attraverso cui la vita può farci del bene. Chi si mette fuori dalla sua modalità rischia di usare male la propria vita fino al punto da trasformarla in male. Ma chi è il nostro vero personal trainer? Gesù lo dice chiaramente: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. È lo Spirito Santo il vero Maestro interiore. Dovremmo abituarci a sentirne l’esigenza sempre di più.
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