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venerdì 13 dicembre 2024
 

Amare quanto più possibile è l'unico rimedio per i danni che si è commesso

Lc 16,1-8 - Venerdì della XXXI Settimana del Tempo Ordinario -Anno Pari - (8 novembre 2024) - 

Certe volte quando ci guardiamo ci rendiamo conto che per molto tempo abbiamo vivacchiato più che vivere, per lunghe stagioni siamo stati più furbi che onesti, per diversi anni abbiamo tirato a campare più ancora che prendere sul serio la vita.

Ci assale così la domanda: come faremo a emendare il passato? Come possiamo riscattarci da tutto ciò che è stato? Specie poi quando si è adulti e magari si è oltrepassata anche la soglia degli anni fiorenti della gioventù, questa domanda diventa pressante. Gesù nel Vangelo di oggi racconta una storia particolare. È la storia di un amministratore disonesto che sta per essere scoperto dal padrone e sa bene che fine farà.

Così invece di perdere tempo a imparare bugie da raccontare trova un modo per sopravvivere alla sciagura: conquista amici abbonando debiti a destra e a manca ai creditori del padrone. È misericordioso per necessità dovremmo dire, anzi per scaltrezza. Non è certo di buon esempio ma è per dire che l’unico modo per cadere in piedi dopo che si è fatto danni è cercare di amare quanto più possibile, perché “la carità copre una moltitudine di peccati” (1Pt 4,8).

Invece di perdere tempo a piangerci addosso dovremmo passare il resto del tempo che ci resta ad amare. “Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”.

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07 novembre 2024

 
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