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mercoledì 19 febbraio 2025
 

Don Silvio Sassi, un "Paolino Doc"

Cari lettori, vogliamo rendervi partecipi dell’immenso dolore che ha colpito la Società San Paolo (l’Editore di Famiglia Cristiana), e tutta la Famiglia Paolina, per l’improvvisa scomparsa del nostro Superiore generale don Silvio Sassi, 65 anni, nelle prime ore di domenica 14 settembre scorso.

Tra i primi a esserne informato è papa Francesco, che partecipa ai lavori del C9, la commissione cardinalizia che lo aiuta nella riforma della Curia e nel governo della Chiesa. Il Papa è commosso, e si ferma qualche momento in preghiera assieme ai cardinali. Poi incarica monsignor Marcello Semeraro, segretario del gruppo, di comunicare la sua partecipazione al dolore di tutta la Famiglia Paolina. Don Sassi e papa Francesco si conoscevano da tempo, fin da quando Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires. Si erano incontrati poi a Roma e ad Ariccia. Qui, nella casa del Divin Maestro, quando il Papa è stato ospite per gli esercizi spirituali assieme alla Curia romana, don Sassi gli aveva fatto trovare, sul comodino, una biografia del beato Giacomo Alberione. E Francesco aveva gradito e letto.

Ma sono in tanti a voler ricordare don Silvio: cardinali, teologi, persone semplici. I messaggi continuano ad arrivare da ogni parte d’Italia e del mondo. Per la Messa esequiale, giovedì 18 settembre, lo hanno accompagnato le voci delle “paoline”, guidate da suor Fiorella Schermidori. La bara, che è stata vegliata a due passi dalla tomba del Fondatore don Giacomo Alberione, viene portata nella cripta del santuario Regina degli Apostoli (foto in alto a destra), dove migliaia di persone sono in attesa per i funerali. Sono presenti in molti, sacerdoti e laici, tantissimi i confratelli, quasi tutti i superiori provinciali del mondo, i rappresentanti delle congregazioni femminili, gli istituti aggregati, i cooperatori. Ci sono i parenti e quanti hanno lavorato o studiato con lui allo Spics (Studio paolino internazionale della comunicazione sociale), di cui per anni don Silvio è stato direttore.

I ricordi e le testimonianze si accavallano. C’è chi ricorda un convegno, un seminario, un incontro: «Con tutti aveva un rapporto familiare, era una persona che sapeva ascoltare». C’è chi cita le sue qualità di semiologo, la sua cultura «mai ostentata, che ti faceva crescere e diventare curioso del mondo». È tanta la commozione che si respira nella cripta del santuario, a Roma. Alla presenza del cardinale James Harvey, arciprete della basilica di San Paolo fuori le Mura, risuonano le parole di don Carlo Cibien, consigliere generale della Società San Paolo, che tiene l’omelia. «Don Silvio non si è aggrappato alla vita, ma ne ha fatto dono all’intera Famiglia Paolina», dice don Carlo, cercando di cogliere il mistero di questa morte, giunta all’alba della festa dell’esaltazione della Croce.  «Se vivi compiutamente entri nella dinamica di quella potente moltiplicazione della vita e diventi naturalmente collaboratore del Signore, comunicatore e diffusore della sua pace». Le parole spezzano la commozione, al di là della quale, aggiunge don Cibien, «ora dobbiamo chiederci: e noi?», cercando di leggere i “segni evangelici” e “interpretare” anche questa morte che giunge nell’anno del Centenario della San Paolo.
Suor Anna Maria Parenzan, Superiora generale delle Figlie di San Paolo, interpreta il pensiero di quanti hanno conosciuto don Sassi, dicendo a gran voce: «Don Silvio era un “paolino doc”. Ci ha educati a vedere il carisma come una vela sempre spiegata al vento dello Spirito Santo». E lo ha ringraziato per l’attenzione sempre premurosa verso le congregazioni femminili della Famiglia Paolina. E per aver, più volte, sottolineato che «la nostra unità, nella diversità, è una ricchezza». Quella di don Silvio, aggiunge, non è una morte, ma «un salire sul sicomoro, da dove si può vedere più lontano». Don Silvio, anche ora, non smette di educarci e spronarci ad andare avanti: «Il chicco di grano è morto, ma viene il tempo del frutto, del molto frutto in Cristo », ce lo ricorda il Vangelo. Caro don Silvio, assieme ai beati Giacomo Alberione e Timoteo Giaccardo, e a tutti i paolini presenti in cielo, ti preghiamo di intercedere presso il Signore perché il carisma paolino di evangelizzare con i mezzi della comunicazione sociale possa risplendere in tutta la sua bellezza, a gloria di Dio e per la salvezza delle anime. E conquistare molti giovani d’oggi alla vocazione paolina.


25 settembre 2014

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