L'arrivo in Irlanda per il Nono Incontro Mondiale delle famiglie, martedì 21 agosto, è stato soft; un volo da Milano senza contrattempi, l’incontro con un paio di amici italiani, già a Linate, con la stessa destinazione, e a Dublino, subito, la pronta e cordiale accoglienza dei volontari, appena usciti dall’area riservata. Partecipo all’incontro di Dublino per tenere un breve intervento sull’associazionismo familiare, e sono davvero felice di questa opportunità. Potrò parlare della mia esperienza e conoscenze professionali, come direttore del Cisf (già nel 1992-1993 avevamo promosso una ricerca condotta dal Prof. P. Donati e dalla Prof.ssa G. Rossi, e da allora ce ne siamo sempre occupati), e soprattutto fare riferimento ai sei anni “spericolati” da me dedicati alla presidenza nazionale del Forum delle associazioni familiari, dal 2009 al 2015: anni ricchi di eventi, di opportunità, di qualche risultato (faccio fatica a parlare di “successi”, vista la condizione delle politiche familiari nel nostro Paese, anche oggi…), ma anche carichi di tensioni, di delusioni, di fatiche. Però ne valeva la pena, e custodirò sempre nel cuore la bellezza dei mille incontri fatti.
Comunque, tornando all’Irlanda, prima notizia: oggi non ha piovuto! E torniamo ancora all’aeroporto di Dublino, e alla discreta ma calda accoglienza dei volontari: persone di ogni età, con le loro belle pettorine “verde Irlanda”, che si sono giostrate con grande freschezza e disponibilità tra spostamenti nei terminal, accompagnamenti in auto, informazioni per la registrazione, ecc… Considero davvero un dono poter partecipare a questi eventi, anche solo per poter riscoprire quanta generosità, quanta disponibilità gratuita, semplice e tenace, è presente nella nostra Chiesa, a ogni latitudine e longitudine.
E poi, da subito, nei primi passi svolti nei saloni, ma anche in giro per Dublino, già oggi, quando l’arrivo di Papa Francesco è ancora lontano, la netta percezione di quanto la Chiesa sappia essere davvero “cattolica”, cioè aperta a tutti, senza confini. Persone di nazioni diverse, con lingue incomprensibili, tutte raccolte per un unico centro affettivo, la voglia di testimoniare, sostenere e capire sempre di più la bellezza della famiglia e la “gioia dell’amore” (Amoris laetitia, tradotto letteralmente) che in essa può sperimentarsi.
Davvero la Chiesa, fin dalle prime comunità cristiane, è stata la prima e più potente agenzia di globalizzazione nel mondo: altro che multinazionali, o accordi tra governi, o libero mercato mondiale. “Fino agli estremi confini della terra”, annunciando la Buona Novella, per tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Questa è la globalizzazione che mi piace!