Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 12 settembre 2024
 

Essere giovani in Israele è una cosa seria

Da Gerusalemme - 

Quasi il 43% degli israeliani ha meno di 24 anni e l'età media nel Paese è di 29 anni. Qui, però, essere giovani non è un privilegio, al contrario: il primo impatto che hai con la gioventù è metterti al servizio del Paese facendo il militare (3 anni i maschi, 2 le femmine). E andando in guerra. Ieri un conoscente di qui mi ha detto: "Questa di Gaza è stata la prima guerra in cui nessuno dei miei coetanei è stato coinvolto. Mi sento come se in guerra fossero andati i miei nipoti". A soli 43 anni, il mio conoscente sentiva che una grossa responsabilità era ormai passata sulle spalle di altri, i più giovani.

E questo vale non solo per la sicurezza del Paese o per le guerre che decide di combattere. Vale per tutto. Negli anni Ottanta furono i giovani ad animare i movimenti pacifisti che, all'epoca della spedizione in Libano e dei massacri di Sabra e Chatila, suonarono la campana d'allarme su una potenziale deriva militare.

L'altro ieri, nel 2011, sono stati ancora una volta i giovani, con il movimento Occupy Tel Aviv, a richiamare l'attenzione su una gestione dell'economia certo brillante in termini generali (disoccupazione al 6,2%, crescita non enorme ma regolare) ma costruita in modo da penalizzare il futuro: crescita esponenziale del costo delle abitazioni, investimenti da aumentare nel settore dell'educazione (c'è stato un vero crollo dell'occupazione tra gli uomini con pochi anni di studio alle spalle), trasporti (per quanto, paragonati ai nostri...) da migliorare per una popolazione che fa del dinamismo e della mobilità una sua caratteristica.

Il tutto mentre si osservava un forte calo delle giovani famiglie proprietarie della casa in cui vivevano e una crescita del numero dei giovani che continuavano a vivere coi genitori. Insomma, da queste parti essere giovani è un affare serio.




Questi e altri temi di esteri anche su fulvioscaglione.com

05 settembre 2014

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo