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martedì 06 giugno 2023
 

Europa anche per le paritarie

Caro don Antonio, l’evento principale della scorsa settimana non sono state le dimissioni di Mario Monti. A mio avviso, è stata l’omelia del cardinale Scola, nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Ma le due cose non sono slegate tra loro. Nella sua omelia, Scola ha denunciato che la libertà religiosa non è più al vertice dei diritti fondamentali, come un tempo. E gli effetti, purtroppo, sono negativi. Esistono divisioni profonde tra cultura secolarizzata e fenomeno religioso. Con prevalenza della prima, a scapito del bene comune. Ciò spiega la scarsa attenzione per i princìpi etici irrinunciabili, validi anche per i non credenti. Un esempio di questa mancanza di attenzione è la decisione del Governo tecnico di far pagare l’Imu alle scuole paritarie, quelle pubbliche non statali, che hanno più di un milione di allievi. Si penalizza, così, il diritto costituzionale delle famiglie di scegliere la scuola che preferiscono. Le scuole paritarie, inoltre, fanno risparmiare allo Stato più di sette miliardi di euro. Il pluralismo scolastico, tanto caldeggiato da Croce ed Einaudi, genera una sana competizione tra scuola statale e paritaria. Nell’interesse dell’intero sistema scolastico nazionale. In linea con gli altri Paesi europei, cui diciamo sempre di ispirarci.

Bruno M. - Milano

In questi tempi si parla tantissimo di Europa. A proposito e a sproposito. Sulla scuola paritaria, ad esempio, siamo ben lontani dal sistema europeo. Dove adeguati finanziamenti permettono alle scuole non statali la libera concorrenza nel campo dell’istruzione. In Italia, invece, ci facciamo del male da soli. Penalizziamo, con scarsissimi contributi, le scuole paritarie, che fanno – è bene ribadirlo – un servizio pubblico. Molte saranno costrette a chiudere. Se lo Stato dovesse accollarsi gli alunni delle scuole paritarie, di ogni livello, sarebbe al collasso. Una visione lungimirante è conveniente anche economicamente.


20 dicembre 2012

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