Stregati da Facebook e compagnia? Sembra proprio di sì. I social network sono sul banco degli imputati ormai da molti anni in termini di effetti sulla salute mentale. Ansia, depressione e dipendenza, secondo gli esperti, sono correlati con il tempo passato on line a scorrere post, dispensare like, commentare o condividere. Un tempo che si dilata sempre di più, con una media che oggi supera le due ore e mezza al giorno. La mole di ricerche in questo campo è enorme e si moltiplica di anno in anno, con risultati spesso non concordi e omogenei. Di sicuro è stato rilevato che la variabile tempo è determinante: più ci si ubriaca di social e più crescono gli aspetti negativi, come l’ansia e la depressione, aumentate del 70 per cento negli ultimi 25 anni tra i giovani.
Un dato che ci deve far riflettere. Alcuni studiosi ormai parlano proprio di “depressione da Facebook”, sottolineando che il vivere troppe ore attaccati allo smartphone peggiora o provoca situazioni di forte disagio, che ha a che fare con sentimenti di inadeguatezza, molto diffusi in età adolescenziale. Insomma, la presenza pervasiva della Rete nella vita quotidiana, come afferma il sociologo Zygmunt Bauman, crea danni collaterali che non sono da trascurare.
Uno di questi è l’effetto "formattazione del cervello". Le piattaforme, i software, non sono neutrali come si potrebbe pensare. Nemmeno la tecnica lo è in fondo. Gli utenti ne sono trasformati secondo le regole del mezzo. Internet è oggi il più grande mercato nella storia dell’umanità, e ha imparato a sfruttare tutte le informazioni personali prodotte ogni volta che facciamo un clic, elaborandole in algoritmi in grado di orientare bisogni, comportamenti sociali e scelte politiche. Si chiama “profilazione”. Ogni volta che acquistiamo in Rete un prodotto o un servizio, scarichiamo un video o un software, ci scambiamo foto o twittiamo, navighiamo sul Web alla ricerca di risposte, produciamo informazioni che valgono milioni di euro, che contribuiscono a ingrossare il fatturato di Facebook che ormai supera i 500 miliardi di dollari. Ecco il vero fine dei social.