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domenica 10 novembre 2024
 

Fase 2, si torna a Messa (ma ricordiamoci della confessione)

Prima del Concilio, nel mio paese, le donne che andavano in filanda passavano in chiesa alle 5,30 a “fare la Comunione” alla balaustra, prima della Messa. Ma si confessavano tutte le settimane. Oggi non sento più parlare del sacramento della Penitenza. Se ora si torna alla Messa e alla Comunione, bisognerebbe pensare pure di tornare al sacramento della Penitenza, con tutte le precauzioni.

SILVANO BALLARINI

Sono molto dispiaciuto perché durante la Messa non ci si scambia più il segno della pace. Non si potrebbe dire: «Scambiatevi il sorriso della pace»?

FLORINDO MOLLICA

Giusto il richiamo al sacramento della Penitenza. Papa Francesco ne ha sottolineato l’importanza in diverse occasioni. Ha per questo istituito da qualche anno un appuntamento quaresimale chiamato “24 ore per il Signore”. Quest’anno, poiché non si potevano svolgere celebrazioni con il popolo, ha scritto: «Incoraggio i fedeli ad accostarsi in maniera sincera alla misericordia di Dio nella confessione e a pregare specialmente per quanti sono nella prova a causa della pandemia». In realtà, andare in chiesa e confessarsi non è mai stato vietato. Bastava rispettare le regole di sicurezza. Anche ora, nella fase 2, il protocollo prevede che il sacramento «sia amministrato in luoghi ampi e areati, che consentano il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza». Sacerdote e fedeli devono indossare la mascherina. Circa il segno di pace, un sorriso andrebbe benissimo. Il rito non prevede una forma specifica. Tuttavia, l’abitudine di stringersi la mano è talmente abituale che è meglio evitare rischi. La rinuncia a questo gesto è, in fondo, un segno di amore, di rispetto e quindi di pace.


21 maggio 2020

 
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