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lunedì 14 luglio 2025
 
Rito romano Aggiornamenti rss don Gianni Carozza

GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO - (ANNO C) 24 NOVEMBRE 2013

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». 
Luca 23,35-43

CHIEDIAMO AL NOSTRO DIO CROCIFISSO DI SAPER AMARE DI PIÙ 

Ecco il re ed ecco il suo trono! Ecco il re ed ecco il suo trono! Ecco anticipata la scena finale del giudizio secondo misericordia che tutti ci attende. È il Signore che, dalla croce, non salva sé stesso, ma gli altri, salva noi che lo abbiamo cercato, incontrato e amato nella speranza che tanti altri lo cerchino, lo incontrino, lo amino. È il Signore che raccoglie i frutti della missione che la sua Chiesa svolge “tutti i giorni”, persino nei tempi difficili e confusi che si possono incontrare. Anche sotto la croce c’è tanta confusione: gridano, deridono, ironizzano, dimenticano il bene ricevuto da quell’uomo crocifisso e le sue parole di speranza sembrano svanire nella sua stessa morte imminente.

Lasciamoci attrarre da una preghiera bisbigliata dal malfattore crocifisso con lui: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». E soprattutto riascoltiamo la voce flebile ma sicura di Gesù che gli promette: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». È la promessa solenne del re. Sì, perché chi è il re se non colui che mantiene le parole dette al suo popolo? Che re è mai uno che non è fedele a sé stesso? Come potrà uno così garantire stabilità e fecondità al suo regno?

NEL CUORE DI CIASCUNO.

Oggi celebriamo la fedeltà di Cristo Re al suo regno posto nel cuore di ciascuno di noi: un regno spuntato quasi dal nulla, come un seme di senapa che, marcendo nel terreno e maturando con il tempo, ha esteso i suoi rami da Betlemme al Calvario e ha i suoi frutti nella fede di ciascuno di noi e di tutta la sua Chiesa. A lei, nell’apostolo Pietro, il Signore ha affidato le chiavi di questo Regno: è una Chiesa che umile e fiduciosa implora da Dio la grazia e la forza di rinnovarsi, di risorgere, sapendosi animata dallo Spirito che le è stato donato e che ogni giorno le viene ridonato. Sposa fedele e testimone fragile al tempo stesso, la Chiesa domanda al suo Dio crocifisso di saper amare di più, di essere casa dei poveri, luogo di misericordia per i peccatori, come tutti noi siamo.

Chiede di essere fedele al Vangelo, che pur conosce a memoria ma che talvolta tradisce; chiede di poter riflettere la luce del Sole, lo splendore del suo Re, nel suo volto spesso opaco, di essere la Luna che non brilla di luce propria, ma è specchio dell’abbagliante splendore di Dio. Celebriamo una fine, riassumendo tutta la storia della salvezza nell’immagine del Re che muore per noi. Nello stesso tempo, iniziamo un nuovo cammino, ci affidiamo ancora e affrontiamo di nuovo con umiltà ed entusiasmo la comune missione di essere nel mondo annunciatori e testimoni del Crocifisso-Risorto.

Pochi giorni ancora ed entreremo nel tempo dell’Avvento, nell’attesa di Gesù che continua a compiere la sua promessa di abitare il cuore di ogni discepolo che accoglie la sua grazia e si fa carico della responsabilità di agire in lui e con lui per la salvezza di tutti gli uomini. Gesù-Signore è la nostra speranza affidabile: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,28).

Accogliamo responsabilmente la ripetuta esortazione di papa Francesco a non lasciarci rubare questa speranza!


21 novembre 2013

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