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venerdì 16 maggio 2025
 

Gran San Bernardo, una galleria verso l'Europa

Cineoperatori, fotografi, politici, curiosi. E due ragazze con le bandiere italiana e svizzera. Si inaugura la galleria del Gran San Bernardo.
Cineoperatori, fotografi, politici, curiosi. E due ragazze con le bandiere italiana e svizzera. Si inaugura la galleria del Gran San Bernardo.

Quando il 19 marzo 1964 s’inaugura la Galleria del Gran San Bernardo, l’Italia è un Paese ammirato in tutto il mondo per capacità organizzative e realizzative, solidità della moneta, affidabilità delle imprese, produttività, creatività. Insomma, rivisto oggi, un altro mondo. Solo diciannove anni prima era una nazione distrutta, un cumulo di macerie. È il cosiddetto “miracolo italiano”.

Il tunnel del Gran San Bernardo è il primo valico alpino sotterraneo che consente il passaggio delle persone e delle merci in linea diretta, per quasi sei chilometri, su strada; è il frutto di un accordo tra il nostro Paese e la Svizzera. In soli sei anni, a partire dal 1958, l’idea di unire le due nazioni diventa realtà. Un miracolo, sì, ma solo in apparenza. In realtà, quell’Italia sta vivendo un momento glorioso anche e soprattutto nel campo delle infrastrutture, della motorizzazione, della viabilità, dell’ingegneristica, dei trasporti.

L’Autostrada del Sole è l’esempio più fulgido del periodo. Collega Milano a Roma e poi a Napoli. Anche le ferrovie, ricostruite, regalano sogni e speranze da qualche anno, col Settebello, mirabile esempio d’eleganza, ma anche coi treni della speranza, che portano migliaia di siciliani, calabresi, lucani, dal Sud alle grandi fabbriche del Nord. Mentre in aria il nome Alitalia è garanzia di servizio ineccepibile, puntualità, bellezza, cortesia e sicurezza. E anche in mare, dopo l’Andrea Doria, l’Italia risorta investe in nuovi transatlantici, i gemelli Raffaello e Michelangelo, tra i più ammirati al mondo, anche se di lì a poco i viaggi via oceano per raggiungere l’America saranno abbandonati a vantaggio dell’aereo. Un’Italia ricca e felice, che scopre il mondo e apre nuove vie, come appunto il traforo del Gran San Bernardo.

Quando ad aprile del 1963 l’ultima punta di roccia viene abbattuta e i minatori italiani incontrano i loro colleghi svizzeri, tutta Europa guarda ammirata all’intraprendenza dell’Italia. Una nuova via, più veloce, si apre dalla valle d’Aosta al cantone svizzero del Vallese, per 5.798 metri: è il primo traforo stradale alpino. Sembra che non vi siano più confini per l’intraprendenza italiana.

Una nazione a colori, col sole sempre in faccia, con una moneta, la lira, così forte da essere stata premiata nel 1960 dal Financial Times con l’Oscar per la migliore valuta. Nei cinegiornali si mostrano migliaia di italiani in spiagge sovraffollate, e sembra quasi una gara quella che da Ostia a Rimini si vive per accaparrarsi il record di presenze. Le vacanze, scoperta di un Paese ricco e felice, innocente e giovane, che viaggia in auto da Nord a Sud e viceversa. O magari attraversa il tunnel del Gran San Bernardo in poche decine di minuti.

Eppure, gli italiani stanno cominciando a imparare una parolina che viene citata da qualcuno con insofferenza e fastidio: congiuntura. In realtà, congiuntura da sola non basta. Bisognerebbe dire: bassa congiuntura ma non c’è molto tempo per imparare i termini economici corretti. In un attimo, o quasi, dalla congiuntura si passerà alla recessione.

È la fine del “boom”, del miracolo italiano, prodromo di una rivoluzione che cambierà la società mondiale e che anche l’Italia vivrà in modo totale: il Sessantotto. Ora, però, si brinda ancora e si sorride felici, col passaporto in mano passando in auto dalla Val d’Aosta al Vallese.


17 marzo 2014

 
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