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sabato 26 aprile 2025
 

Grazie per i dossier sulla Grande Guerra

Egr. don Rizzolo, mi ha fatto molto piacere vedere pubblicato il mio scritto sul nonno materno Giovanni Liberini (n. 27, dossier sulla Grande Guerra). Non è questa, però, la ragione di questa e-mail: le osservazioni che leggerà sono,infatti, quelle di un lettore appassionato di storia.

Ho molto apprezzato il “taglio” con cui la redazione – e il dott. Laggia in particolare – ha impostato il triplice dossier sulla Grande Guerra. Se l’idea di ricostruire il periodo in questione dando voce ai ricordi di guerra tramandati oralmente ai familiari o fissati in lettere e/o pagine di diario non è del tutto nuova, la scelta di approfondire gli aspetti meno noti – ma non per questo meno importanti, dato il loro carico di sofferenza – della realtà del conflitto è assai meno scontata. Per esempio, le pagine dedicate alla vita quotidiana dei prigionieri italiani, resa difficile soprattutto dalla penuria di cibo; l’epiteto infamante di “imboscati d’Oltralpe” riservato loro da D’Annunzio e dai suoi seguaci; la condizione migliore di cui godevano, almeno dal punto di vista materiale, gli internati austriaci toccano argomenti che in passato, per quanto ne so, non erano ritenuti degni di attenzione, per lo meno in una trattazione sintetica come quella possibile in una quindicina di pagine.

La scelta poi di “inquadrare” le testimonianze personali avvalendosi del contributo di storici come il giovane Daniele Ceschin o Alessandro Barbero (volti noti per chi segue il programma di Paolo Mieli Passato e presente) costituisce un valore aggiunto che merita di essere riconosciuto.

GIANCLAUDIO VECCHIATTI

Grazie per questa lettera e per l’apprezzamento del lavoro da noi svolto. Alla Grande Guerra abbiamo dedicato tre dossier lo scorso autunno e in quell’occasione abbiamo sollecitato i lettori a inviarci lettere, foto, ricordi, testimonianze. Ci avete letteralmente sommersi. Il lavoro di cernita è stato lungo e complesso. E finalmente, cogliendo l’occasione dei 100 anni dalla pace di Versailles, siamo riusciti a pubblicare quanto ci è arrivato in altri tre dossier. Mi rendo conto che non sono pochi, tra i nostri lettori, gli appassionati di storia. Mi auguro che anche le nuove generazioni possano appassionarsi al nostro passato, per comprendere da dove veniamo e per non incorrere negli stessi errori. Perché, come ebbe a dire papa Benedetto XV, non si ripeta la stessa «inutile strage».


26 luglio 2019

 
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