Allora Gesù fu condotto dallo Spirito
nel deserto, per essere tentato dal
diavolo. Dopo aver digiunato quaranta
giorni e quaranta notti, alla fine ebbe
fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli
disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che
queste pietre diventino pane». Ma egli
rispose: «Sta scritto: Non di solo pane
vivrà l’uomo, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio».
Matteo 4,1-11
LA QUARESIMA DI GESÙ E LA NOSTRA
Entriamo nella Quaresima: quella
di Gesù e la nostra. Come Gesù si
inoltra nel deserto dopo che la voce
del Padre lo ha proclamato davanti
a tutti «il Figlio mio, l’amato
», così anche noi, «figli nel Figlio
», ci sentiamo chiamati a cercare la
volontà del Padre. Lo Spirito disceso su
disceso su
Gesù e i cieli aperti su di lui hanno confermato
che il tempo della salvezza è
giunto a compimento: la volontà d’amore
del Padre trova la sua manifestazione
nella vita pubblica del Figlio.
Noi pure,
confermati nello Spirito della Pentecoste
che sempre suscita e anima la Chiesa, abbiamo
la nostra “vita pubblica”, siamo
cioè in cammino sulle vie dell’uomo per
annunciare il Vangelo al mondo.
Ha dunque inizio la missione di Gesù.
E noi comprendiamo di doverlo seguire
oggi, in questi tempi non facili. Sì, proprio
perché essere discepoli e testimoni
di Gesù è oggi così impegnativo, abbiamo
bisogno di fare come lui: di inoltrarci
in una profonda e decisiva purificazione
del cuore. È importante verificare i nostri
desideri e le nostre intenzioni e misurarci
sul Vangelo di Gesù, verificare il nostro
impegno nella fedeltà a quel comandamento
dell’amore che è fonte e forza
del vivere cristiano.
Anche Gesù percepisce di dover iniziare
la sua missione proprio dalla purificazione
del cuore: solo una volontà veramente
libera di donarsi senza riserve e
solo un amore deciso a consegnarsi totalmente
potranno realizzare il progetto di
redenzione che il Padre ha stabilito per
la salvezza di ogni uomo.
DESERTO INTERIORE.
Oggi siamo personalmente
invitati a seguire Gesù in quel deserto
interiore che la Quaresima propone
e favorisce. Comprenderemo allora
che non c’è Pasqua senza dono di sé, non
c’è vita nuova senza conversione e rinnovamento
di mentalità, senza purificazione
dalla legge della mondanità che spinge
a trattenere per noi prestigio e popolarità,
potere e ogni sorta di superiorità sugli
altri. In effetti, ci insegna Gesù dal deserto
in cui lo Spirito lo chiama, non
compiremo mai la volontà di Dio finché
ci lasceremo attrarre dai molti inganni
quotidiani, insidiosi tanto nelle piccole e
più semplici decisioni quanto dentro gli
eventi più grandi ed eccezionali.
È anche
il costante significativo richiamo alla
Chiesa di papa Francesco.
La missione di Gesù, «l’Agnello di
Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv
1,29), si realizzerà dall’alto della croce,
ma ha il suo inizio nell’immersione più
profonda dentro l’abisso del cuore umano
sempre inquieto e provocato dal fascino
del dominare. Gesù è deciso nello scardinare
per sé, per quanto riguarda la sua
missione, questa provocazione e nell’allontanare
da sé il tentatore, il diavolo, colui
che da sempre è all’opera per separarci
dal Padre di ogni bene.
Nel deserto Gesù
appare davanti ai nostri occhi come
l’Uomo libero, che ha davvero svuotato
sé stesso e la propria volontà «facendosi
obbediente fino alla morte e a una morte
di croce» (Fil 2,8) per dare concretezza a
tutto il bene che ogni uomo attende dalle
mani misericordiose di Dio.