Centomila ricerche all’anno sul cervello e non solo su quello umano. Si passa dall’umile gasteropode marino aplysia californica al moscerino della frutta all’immancabile topo al coniglio al macaco... Una mole gigantesca di dati che cercano di dare risposte a molti misteri che ancora oggi circondano questo organo meraviglioso che, come un direttore d’orchestra, dirige i nostri movimenti, i nostri pensieri, custodisce la coscienza e in un certo senso l’anima. Eppure la scienza ancora non riesce a spiegare tutto. Forse perché i presupposti da cui si parte sono errati. Le neuroscienze, infatti, sono portate a pensare che il cervello sia come un computer, formato da scatti di neuroni simili a dei bit. Un altro presupposto impreciso è che, costruendo una mappa esauriente dei neuroni e delle loro connessioni, si possa arrivare a una simulazione su computer delle funzioni del cervello: dai più semplici comportamenti e sensazioni, fino al linguaggio e alla coscienza. Evidentemente non è possibile applicare un approccio solo biologico, soprattutto se ci riferiamo all’uomo. Ci sarà sempre un mistero infinito e insondabile che non possiamo pensare di svelare con gli strumenti off erti dalla scienza.
Oggi, sappiamo che il nostro cervello contiene circa 100 miliardi di neuroni che svolgono miliardi di operazioni e che sono collegati con tutte le nostre funzioni vitali. Non sappiamo però come da queste reti neurali emerga la mente e come il malfunzionamento di queste reti possa determinare l’insorgere di quelle malattie del cervello che affliggono un abitante su cinque del nostro pianeta. Per questo motivo abbiamo dedicato l’articolo più importante di BenEssere proprio al direttore d’orchestra della nostra salute. Il cervello, infatti, intrattiene una relazione continua e incessante con il resto del corpo, inviando una serie di sostanze chimiche ai recettori cellulari: se la comunicazione è disarmonica possono derivarne numerosi problemi, fra cui le malattie organiche.