Il Paese si scopre sporchissimo, corrottissimo, fin nei controllori, non se ne salva uno. L’emergenza ultraventennale si scopre più emergente che mai. E il Parlamento che fa? A parole dichiara guerra al sozzume, nei fatti imbraccia le armi contro il bagnoschiuma.
Perché questo e non altro è l’emendamento della Lega approvato sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, con la complicità di troppi, alcuni scontati altri meno: Centrodestra, franchi tiratori del Pd e Stelle che stanno a guardare. Vogliono rifare Perugino al contrario: consegnare le chiavi del Paese a corrotti e mafiosi? Ma almeno che abbiano il coraggio di farlo, non si dice con una cerimonia, ma almeno alla luce del sole, non con un blitz. Per dirla con un’espressione di moda: ci mettano la faccia, quelli che per impallinare politicamente falsi amici e nemici, impallinano il nostro diritto a una legge uguale per tutti e non forte con i deboli e debole con i forti.
Il presidente del Consiglio, spiazzato per il Governo andato “sotto” sull’emendamento, fa giustamente in cuor suo la conta di chi gli vuole male in casa e fuori, e commenta: «E’ una tempesta in un bicchiere. Rimedieremo in Senato». Ma non lo voleva abolire? Quando il bicameralismo perfetto non ci sarà più come rimedieremo?
No, non siamo su scherzi a parte.
Signori Parlamentari, signori Governanti, per cortesia, Maurizio Crozza è già bravissimo da solo. Non è necessario offrirgli spunti su un piatto d’argento, così. E le regole del gioco sono una cosa troppo seria per essere riscritta in questo caos.