L'arcivescovo di Milano Mario Delpini (Foto ANSA).
Caro don Antonio, abito in una parrocchia della diocesi di Milano e da un po’ di tempo sentivo il desiderio di scriverle per esprimere le mie forti perplessità circa la ragione di essere – ai tempi nostri – del Rito Ambrosiano. La spinta a farlo mi è arrivata dall’occasione della Giornata mondiale dei poveri celebrata domenica 14 novembre in tutto il mondo e anticipata il 7 novembre nella mia parrocchia, perché da noi il 14 novembre si è aperto il periodo dell’Avvento: perché queste differenziazioni? Quello che più mi lascia perplesso è che tutte le domeniche partecipando alla Messa ascolto letture diverse da quelle commentate in maniera sempre coinvolgente da papa Francesco all’Angelus trasmesso in tv. Mi sembra che le ragioni storiche che hanno portato alla nascita del Rito Ambrosiano siano tutte scomparse. Nel mondo globalizzato di oggi, in cui l’unità della Chiesa può rappresentare un valore importante, questa distinzione tra Rito Romano e Ambrosiano pare che svolga un ruolo negativo, anacronistico, fattore di disorientamento per i fedeli, soprattutto per le giovani generazioni. Mi farebbe piacere conoscere la sua opinione.
FRANCESCO
Il Rito Ambrosiano è molto antico, risale al V-VIII secolo. È anzi considerato il Rito Romano più antico, visto che deriva appunto da quello in uso nella Chiesa di Roma. C’è anche da dire che il Vaticano II ha ribadito il valore dei diversi riti ancora in uso e legittimamente riconosciuti e «vuole che in avvenire essi siano conservati e in ogni modo incrementati ». Senza entrare nei particolari, nel Rito Ambrosiano c’è ad esempio tutta una serie di preghiere specifiche, dal carattere fortemente cristologico, che sarebbe un peccato se andassero perdute. L’unità della Chiesa, peraltro, non è uniformità, ma armonia nella diversità. Capisco tuttavia le tue perplessità, che sono soprattutto di ordine pratico. Prima dell’ultima riforma, le letture erano sostanzialmente le stesse e questo fceva sentire meno il distacco. Penso, però, che sia difficile tornare indietro, almeno in tempi brevi. Lascio ai liturgisti e ai responsabili del Rito Ambrosiano, a partire dall’arcivescovo di Milano, di trovare soluzioni per far coincidere meglio Giornate ed eventi. Ogni fedele farebbe bene a conoscere meglio il proprio rito, leggendo e meditando anche sulle orazioni, i prefazi, le preghiere eucaristiche, tanto ricchi ma spesso trascurati. Anche dai fedeli di Rito Romano.