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giovedì 08 giugno 2023
 

Il suono delle campane in tempi di coronavirus

Stimatissimo direttore, abbiamo compreso quanto siamo fragili, che basta un virus per mettere in subbuglio le nostre certezze, le nostre abitudini e le nostre attività quotidiane. «Veramente siamo noi polvere et ombra » (Petrarca). Siamo deboli, ma pur sempre amati dal Divin Maestro, nostro baluardo e nostro rifugio. Quanto mi piacerebbe ascoltare, nel corso della giornata, il suono delle campane delle nostre chiese, come un’esortazione a pregare per questa tragica situazione, che l’Italia sta vivendo con angoscia e disperazione. Le campane sono la voce del villaggio: villaggio senza campane, villaggio senza voce. Esse rappresentano la voce del Signore: un invito alla preghiera. Il loro suono ti fa tornare sereno l’animo e il dolore-tristezza si scioglie in sollievo. Questo dolce suono ha affascinato e richiamato l’attenzione di intere generazioni per secoli. Ha contrastato il grande silenzio che avvolge il Creato e infonde nei mortali la sensazione di sentirsi vivi e protetti.

FRANCO PETRAGLIA - Cervinara (Av)

Le campane sono anche un sistema di comunicazione a distanza degli eventi, belli o brutti, che avvengono nel paese o nel quartiere. Ad alcuni danno fastidio, perché magari disturbano il loro sonno. Ma forse in questi tempi di pandemia tutti ne stiamo riscoprendo il valore o ne sentiamo la nostalgia. Oggi, purtroppo, spesso ricordano le persone che muoiono, magari da sole, senza il conforto dei propri cari. I rintocchi sono allora un invito a unirsi in preghiera, perché il Signore accolga tutti nel suo abbraccio misericordioso


23 aprile 2020

 
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