Lo scandalo della provincia di Padova, dove un parroco “poco casto” approfittava delle grazie di alcune pie donne, si allarga sempre più. Infatti, non solo costringeva le pecorelle da lui smarrite a prostituirsi, ma pare che altri sant’uomini suoi colleghi approfittassero della situazione. Come mai il Vaticano non prende posizione, anziché fare la ola ai vari “Bergoglio show” che un giorno sì e l’altro pure riempiono le cronache? O l’austero cardinale di turno che pontifica dai giornali cattolici parla solo quando occorre bacchettare gli altri?
GERRY BARDACK
In verità, le tue “frecciate” verso il Papa o i cardinali mi sembrano ingenerose. Francesco in più occasioni ha “bacchettato” i preti per lo scandalo che talvolta danno ai fedeli con i loro comportamenti o la loro «mondanità spirituale», l’attaccamento al denaro, al potere, al piacere. Non può intervenire per ogni singolo caso. Anche perché questo spetta in primo luogo al vescovo locale. La struttura della Chiesa, infatti, è basata sulle comunità locali, le diocesi. Come si legge nel Codice di diritto canonico, «le Chiese particolari, nelle quali e dalle quali sussiste la sola e unica Chiesa cattolica, sono innanzitutto le diocesi… La diocesi è la porzione del popolo di Dio che viene affidata alla cura pastorale del Vescovo con la cooperazione del presbiterio» (canoni 368-369).
Nel caso in questione, il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, è intervenuto chiaramente con una lettera indirizzata a tutti i suoi fedeli (il testo integrale si può leggere nel nostro sito www.famigliacristiana.it). Ecco alcuni passaggi significativi. «Questi fatti», scrive il vescovo, «gettano un’ombra tenebrosa soprattutto sulla nostra Chiesa: forse è per questo che mi vergogno e vorrei chiedere io stesso perdono per quelli che, nostri amici, hanno attentato alla credibilità del nostro predicare». Monsignor Cipolla aggiunge: «Ma non dobbiamo dimenticare che la nostra Chiesa splende per storie e persone sante, sia nel passato sia nel presente. Non merita di essere ridotta solo a tutti gli errori e peccati commessi nella sua recente storia, come se si trattasse di una storia di malefatte, né è giusto presentarla così ai nostri giovani, ai nostri ospiti, alle nostre famiglie».
E conclude: «Chiedo rispetto, in questo momento di dolore, per il bene che ha compiuto, per l’amore manifesto per ammalati, anziani, portatori di handicap, poveri… per le opere di giustizia, di carità, di cultura ed educative per le quali si è sempre spesa, come oggi. Anche noi, Chiesa di Padova, vogliamo onestà e coerenza, soprattutto al nostro interno. A questo educhiamo ed è questo che crediamo e che cerchiamo con tutte le nostre forze, da sempre. Sia benedetto quindi anche chi ci aiuta a togliere il male anche quando si infiltra così prepotentemente tra noi».