Mi reco spesso all’estero
per lavoro e, più di una
volta, diversi conoscenti mi
hanno espresso la loro meraviglia
per il basso livello
culturale di alcuni nostri
programmi televisivi, intrisi
di scurrilità, parolacce
e doppi sensi. Vorrei precisare
che in molti Paesi tutto
ciò è vietato in Tv. In Italia,
illudendosi di fare più
audience, è tutta una corsa
alla volgarità. Purtroppo,
queste pessime abitudini
hanno influenzato i nostri
ambienti. A volte succede
che nelle feste patronali
o di parrocchia i comitati
organizzatori, all’insaputa
dei parroci, invitano comici
o compagnie teatrali che
non fanno mancare scurrilità
e barzellette sconce,
spesso con riferimenti religiosi.
A farne le spese sono
soprattutto i ragazzi che
per sentirsi grandi imitano
lo stesso linguaggio scurrile
che, talora, sfocia nella
violenza.
TOMMASO G.
Su parolacce, doppi sensi
e scurrilità la Tv è davvero
una “cattiva maestra”, che
ha però una fortissima influenza sulle abitudini degli
italiani. Quando si ricorre
alle volgarità vuol dire che si
è “alla frutta” e non si hanno
solidi e validi argomenti.
Vale in Tv come in altri campi
del vivere sociale. Eppure,
secondo una ricerca del Censis,
per due italiani su tre la
volgarità in Tv è insopportabile
e ha raggiunto la saturazione.
Assieme all’arroganza
della politica.