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sabato 17 maggio 2025
 

Internet non è un diritto dell'umanità

Internet diritto fondamentale dell’umanità? E’ così che hanno titolato molte testate del web e della carta stampata, all’indomani dell’approvazione della Risoluzione L.13 (testo del 29 giugno, risoluzione adottata dal 6 luglio 2012) da parte del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite.

A leggere bene il testo appare chiara la distorsione comparsa nei titoli dei giornali: si parla dell’estensione degli stessi diritti di cui si gode offline, compreso quello di espressione, al cyberspazio ma non si menziona affatto il diritto all’accesso, che rimane condizionato da un concorso di fattori, non ultimi quelli tecnici.

Internet viene riconosciuto dal documento Onu come forza trainante per accelerare il progresso e per questo motivo nella risoluzione si invitano gli Stati a promuovere e favorire l’acceso alla Rete.
Il web, però, è un’opportunità e non un diritto, il vero diritto è quello alla libertà personale da esprimere in Rete.
Da qui ad educare i cybernauti al rispetto della libertà altrui ce n’è di spazio! Negli ultimi anni i Social network sono stati infestati da gruppi razzisti, inneggianti alla violenza da foto e immagini inguardabili, da feroci attacchi personali che poco hanno da spartire con la libertà di espressione.

Le sanzioni dei moderatori spesso si fanno attendere e non sempre sono commisurate con la gravità dei fatti. L’intervento delle forze dell’ordine è impensabile per un numero così alto di possibili reati che si moltiplicano di giorno in giorno. I privati spesso rinunciano alle azioni legali a causa dei costi e dei tempi che richiedono. Rimane una sola risorsa in grado di garantire rispetto, libertà e dignità degli individui in Rete: il controllo degli altri utenti che con pressioni suoi moderatori e altre azioni massive possono scoraggiare comportamenti lesivi.
E se iniziassimo, timidamente, a parlare di coscienza collettiva della Rete?


13 luglio 2012

 
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